DESIDERIO DI AVERE O BISOGNO DI ESSERE?
“I frutti dello Spirito sono comandamento di vita” (Familiaris Consortio n.9 – 1981)
Questa affermazione fulminante e perentoria della Familiaris Consortio suggerisce qualche pensiero di approfondimento applicabile alla relazione di coppia (e non solo).
I frutti (doni) della pianta sono quindi la fase finale visibile del comportamento della pianta operato dalle sue radici invisibili. I frutti sono belli a vedersi, buoni, attraenti, desiderabili. Quindi la pianta si è comportata bene.
Allo stesso modo dovrebbe avvenire per il comportamento umano. Esso è, o dovrebbe essere, la fase visibile e manifesta di tutto un processo nascosto operato dall’anima ben radicata in Dio.
Questa esortazione a “comportarsi bene” sale così di livello facendoci concludere che i “buoni comportamenti” sono quelli improntati a: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.
In concreto accadrebbe così: se i frutti dello Spirito sono comandamento di vita è come se lo Spirito ci comandasse di comportarci bene e non male, ci comandasse di non voler avere (cogliere) frettolosamente un frutto perché bello, desiderabile, attraente (come fece Eva complice il succube Adamo) bensì di esserlo. Ricorda un aforisma: “Amare è avere fame insieme e non mangiarsi l’un l’altro”.
Essere frutto significa pertanto comportarsi con:
- AMORE: preferisco riceverlo o anche darlo, senza farlo pesare?
- GIOIA: mi impegno a tradurre in sorriso l’amore che dico di avere, evitando
sospiri e lamentazioni?
- PACE: cerco di essere persona di pace evitando guerriglie domestiche?
- PAZIENZA: so attendere i tempi di Dio senza bruciarmi in nervosismi?
- BENEVOLENZA: so volere il bene degli altri – e il mio . senza presunzione?
- BONTA’: so essere “frutto buone”, quindi amabile, facilitando di amarmi?
- FEDELTA’: so mantenere le promesse fatte, costi quel che costi?
- MITEZZA: come sono messo con comportamenti arroganti, prepotenti?
- DOMINIO DI SE’: so tenere in armonia corpo e spirito moderando impulsi?
Può essere giovevole ricordare come anche i VIZI CAPITALI fossero in origine in numero di 9 (ridotti non si sa come a 7): superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia a cui andrebbero aggiunti paura e menzogna.
Ecco quindi la drammatica partita a ping pong tra i 9 comportamenti buoni
(graditi a Dio) e i 9 comportamenti pessimi (graditi a Satana).
Da non dimenticare che proprio l’invidia è il vizio principe (“Per invidia del diavolo entrò il male nel mondo” , come annotano la Sapienza e San Paolo).
L’invidia ha mille volti e si camuffa a tal punto da risultare difficile riconoscerla. Essa consiste essenzialmente nel non essere contenti o appagati di quello che si è e di quello che la vita ci offre e di irritarsi della contentezza o della situazione esistenziale degli altri, considerata sempre migliore.