Archivi del mese: luglio 2020

Fa parte dei misteri “curiosi”

                                   Una curiosità sulla virtù dell’ubbidienza

   Il Creatore ordina alla sua creatura di comportarsi bene perché comportarsi male (anagramma di “mela”) porta male, e a chi Gli ubbidisce regala il paradiso… e quand’anche qualcuno dovesse disubbidirgli, lo perdona e gli regala comunque il paradiso.

   Il Diavolo, invece, insinua alla creatura non sua, l’idea che ci si possa comportare male purché lo si faccia bene… con le dovute cautele, senza dare nell’occhio (“originale” come idea!), ma se qualcuno poi gli  ubbidisce e si comporta di conseguenza… gli rifila, come regalo, l’inferno.

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La magia divina dell’amicizia

                                                  LA MAGIA DIVINA DELL’AMICIZIA

    Essendo giunto alla stadio terminale della patologia che mi affligge da tanto (deformazione professionale) leggo il vangelo di oggi così.

   Il rimbrotto che Marta rivolge a Gesù perché sua sorella Maria la lascia sola a sfaccendare in casa, ottiene da parte di Gesù un medesimo rimbrotto che va a colpire il darsi da fare “affannato” e agitato di Marta.

   Prima osservazione tecnica: la triangolazione nella comunicazione non è mai pertinente ai fini di quello che si vuole ottenere. Meglio essere diretti.

   Seconda osservazione: il parametro di riferimento dell’agire di Gesù è il Regno di Dio. Da qui la  messa in guardia contro il pericolo dello “strafare”, dell’agitazione, dell’affanno  che caratterizzano taluni comportamenti. Non si può vivere la dinamica del “dannarsi l’anima”  con l’intenzione di volerla salvare!

    E se Marta si fosse rivolta direttamente alla sorella Marta chiedendo collaborazione… cosa avrebbe detto Gesù? Sarebbe intervenuto?

   Mi piace immaginare la sua risposta… fatta di un sorriso silente e mite dal quale le due sorelle avrebbero dedotto, ognuna per quello che la riguardava, il da farsi.

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MAGARI RINFRESCARSI LE IDEE…

L’ARROGANZA DELL’IDEOLOGIA GENDER          (Nazareno Marconi, Vescovo di Macerata)

              ( Da GESU’ MAESTRO – n. 3.2015)                                                               

   Quando ho cominciato a interessarmi alla questione dell’ideologia Gender, la prima sensazione è stata di stupore. C’è un detto attribuito a Cicerone che recita: “Non esiste al mondo una idiozia così grande, che qualche filosofo non abbia già detto”.

    Cioè, le teorie, per quanto stupide, sono già state sostenute nel passato da qualcuno. Ma vi posso assicurare che, per quanto abbia ricercato, nel passato dell’umanità nessuno ha mai sostenuto che, se una donna si comporta da donna e  un  uomo da uomo, non solo nelle preferenze sessuali, ma anche negli atteggiamenti e nel modo di pensare e di vedere il mondo, questo non dipende dal fatto di avere una differenziazione sessuale fisica e cromosomica, ma solo dall’essere stati educati a giocare con le bambole le bambine e i bambini con i soldatini.

   Questa teoria strampalata è proprio in estrema sintesi, ciò che sostiene l’ideologia Gender. Ci sarebbe da riderci al bar, se non avesse conseguenze disastrose sul futuro dei nostri giovani.

   La differenziazione sessuale tra un uomo e una donna è così profonda che ogni cellula ne porta impresso il segno, nel suo corredo cromosomico, fin dal concepimento.

   Nei miei studi di archeologia, ho visto varie volte i resti di uno scheletro di migliaia di anni fa, che un bravo medico sapeva subito riconoscere come maschile o femminile.

   I segni della nostra differenziazione sessuale compaiono immediatamente con l’inizio della vita e restano molto oltre la nostra morte.

   La Bibbia ci dice che sono una parola che il Creatore ha posto nella carne umana  una vocazione per ogni persone, fin dall’inizio. “maschio e femmina li creò”, invitandoli a vivere da uomo e da donna in una bellissima uguaglianza di dignità, pur nella diversità dei sessi.

   Cos+ l’umanità ha vissuto per millenni, finché pochi attivisti molto agguerriti, del movimento omosessuale americano e poi mondiale, non vi hanno visto la soluzione di un loro problema.

   Per anni si erano impegnati a promuovere studi che mostrassero l’esistenza di un terzo sesso, si cercava un’origine genetica dell’omosessualità per rivendicare la loro condizione come “naturale”, pari a quella dei maschi e delle femmine.

   Tutto questo studio non trovò nulla, anzi diede forza a chi sosteneva che almeno la stragrande maggioranza degli omosessuali fossero persone condizionate da esperienze traumatiche o da pesantissimi condizionamenti ambientali.

   Allora si decise di cambiare strategia sposando l’ideologia Gender: non cercare più una base fisica e naturale dell’omosessualità, ma distruggere la base fisica e naturale della differenziazione sessuale.

   Avrebbero così potuto sostenere che, se tutti sono ciò che sono per l’influsso dell’ambiente, siamo tutti sullo stesso piano e la natura non ha nulla da dire né sull’omosessualità né sulla eterosessualità.

   La molla di tutta questa passione, secondo alcuni esperti, sarebbe da ricercare nel fatto che chi vive l’omosessualità vive un disagio profondo. Si sente scisso tra sesso biologico e predisposizione affettiva e la risposta del movimento gay è che non deve cercare in sé le risposte per trovare equilibrio e pace, ma incolpare il mondo intero del fatto che ancora distingue tra uomini e donne.

   Secondo loro sarebbe questa distinzione a far soffrire le persone e andrebbe perciò eliminata. Non so se tutto questo sia esatto al cento per cento, ma la ricostruzione mi convince e spiega molte cose.

   Soprattutto mi permette di pensare che, chi si impegna a sostenere la teoria del Gender, cercando e trovando appoggi politici, con l’arroganza di chi sa manipolare i mass media, anche barando e dicendo grandi falsità pericolose, non è un malvagio incallito, ma solo una persona ferita che cerca in modo sbagliato di fare meglio.

   Credo perciò sia giusto ricercare la verità e smascherare la menzogna.. Non si tratta perciò, in questo campo, di fare una crociata contro qualcuno, ma di credere alla frase di Gesù: “Solo la verità vi farà liberi” (Gv. 8, 32).

   E’ nella ricerca della verità che libera tutti e permette di camminare sulla via del bene, che ho incoraggiato un cammino di conoscenza del problema da parte di tutti, con la collaborazione di tante associazioni e movimenti che hanno a cuore il bene dei nostri giovani e dei bambini.

   Pensate soltanto che a partire da questa idea derivano conseguenze del tipo: “Non ha nessuna importanza per un bambino se ha un padre o una madre, o due padri, o due madri, o tre o diciotto”.

   Questa dichiarazione è della presidente del movimento pro – adozioni gay “Famiglie arcobaleno”.

   Basterebbe controbattere che negli studi sui bambini accolti in orfanatrofi tutti tendono naturalmente a individuare tra chi li assiste, una figura maschile e una figura femminile, a cui si affezionano istintivamente, evidentemente ricercando un padre e una madre.

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Dialetticamente formidabile, psicologicamente congruo, antropologicamente scientifico, cristianamente tollerante, contenutisticamente assertivo e veritiero  Insomma è quanto di meglio ho trovato. Grazie don Neno. (Gigi Avanti)

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INSEGNAMENTO DELLE TRE RANE

(pensare troppo e pensare male, porta male)

Tre rane caddero in un secchio di latte.

La prima rana, pessimista, pensò che

non c’era più niente da fare e si lasciò

miseramente affogare.

La seconda rana, lucida ragionatrice,

pensò che con un balzo si sarebbe

potuta salvare. Calcolò la traiettoria,

la parabola, la potenza dello slancio

e tutto il resto… ma non si accorse

che il secchio aveva il manico alzato

e proprio contro quello andò

a sfracellarsi.

La terza rana aveva soltanto una

gran voglia di vivere e cominciò a

scuotersi, ad agitarsi, a muoversi

vertiginosamente di qua e di là…

finché il latte divenne burro

ed essa si salvò.

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UNITI NELLA FEDE E NELL’ORAZIONE

Dedico questo aforisma alle mie amiche suore di clausura

(Suor Chiara Serena, suor Elena Francesca, suor Maria Ancilla)

e a tutte e tutti i testimoni invisibili per il Regno di Dio:

 

“ANCHE SE IL FIORE SI NASCONDE NELL’ ERBA,

IL VENTO NE SPARGE IL SUO PROFUMO”.

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PARADOSSI

Capita non di rado di imbattersi in situazioni di vita di coppia rese problematiche da aspettative incrociate di lui o di lei  circa la modalità di vivere la dimensione spirituale della coniugalità… Tempo fa, padre Cupia (Fondatore del Centro Famiglia nel 1966… e successivamente della Scuola Consulenti Familiari di Via della Pigna a Roma) suggeriva, paradossalmente, a queste coppie in crisi, un nuovo equilibrio relazionale… :”Qualche rosario in meno, qualche carezze in più”..

“Il maestro amava la gente comune e sospettava di tutti coloro che emergevano sugli altri ed erano ammirati per la loro santità.

Un giorno, a un discepolo che gli chiedeva consigli sulla donna da sposare, rispose: “Per un buon matrimonio cerca di non sposare una santa”. Allibito, il discepolo gli chiese: “Perché mai?”. Il maestro, sorridendo, replicò: “Perché è la via certa per fare di te stesso un martire”.

(Il suggerimento vale anche per non sposare un “sant’ uomo”)

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LA POESIA DI UN CARO AMICO per i nostri 50 anni di nozze

Cinquant’anni, dieci, cento

di amore condiviso,

sono grazia, offerta, dono

per un viaggio infinito

verso dove, lo sa Dio

che unisce e poi invita

a non darsi mai per vinti

se la strada va in salita.

Anche quando la montagna

fa paura e non consente

di vedere luce intorno,

perchè Lui non è lontano

sa che ne abbiam bisogno.

Giunti in cima è chiaro ovunque

le barriere solo un sogno

che non fa ormai paura,

ogni ora, un nuovo giorno

una splendida avventura.

Che miracolo, l’amore,

se vissuto con amore,

non è un gioco di parole

ma presenza del Signore.

(Antonino Serra)

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MAGARI FA RIFLETTERE…

         IL CREATORE DIO PADRE SCRIVE AD ALLAH

 

   A parte il fatto che Maometto l’ho creato Io (a mia immagine e somiglianza) e che Maometto ha inventato te (forse a sua immagine e somiglianza),  avrei qualche sassolino da togliermi dalle scarpe, caro (si fa per dire) Allah, sebbene essendo Spirito non necessiti di scarpe.

   Il primo sassolino è che mi sto veramente stancando di sentire da coloro che sulla terra (che modestamente ho creato da solo tanto tempo fa) ammazzano e seminano terrore e odio in nome tuo (e lo scrivo minuscolo per rispetto a Me stesso!) e sostengono di farlo perché così voluto da te!

   Delle due l’una: o sono diventate pazze le mie creature (e che siano mia creazione te ne devi fare una ragione, perché tu non hai mai creato un bel niente!) oppure che sia  tu ad essere fuori di testa!

   Un altro sassolino: per la cronologia storica degli umani, tu arriveresti sulla scena del mondo terreno attorno al secolo 600, dopo Mio Figlio Gesù Cristo.

   Trovo una enorme e curiosa contraddizione:  mentre Io sono Tale da sempre, tu sei stato “inventato” tale dalla fantasia di un uomo, mia creatura!

   Un altro sassolino: Io ho voluto scendere dal Mio Trono per osservare da vicino gli eventi umani, anzi mi sono messo nei panni di Me stesso UOMO per vivere da dentro questi eventi, mentre mi sembra che tu, oltre a startene comodo  chissà dove, ti diverta a distruggere quanto io ho creato. Niente niente muori d’invidia?

   Allah, detto tra noi, Il politeismo è una balla di pensiero autoreferenziale  inventata dagli uomini per dare risposta comoda alle loro inquietudini.

   Parafrasando la riflessione di uno psicologo, posso dedurre: “Il modo in cui scegliamo di pensare Dio crea il Dio che pensiamo”.

   Io, per natura, essendo nell’eterno, ho una pazienza eterna perché tu e chi ti invoca o adora o prega possa ricredersi.

   Tu ti sei trovato Dio all’improvviso da chi ti ha inventato tale. Io sono stato Tale da sempre e, modestia a parte, ho accompagnato gli umani a scoprirmi gradatamente (avendo creato il tempo era giocoforza agire in questo modo): dapprima ho lasciato che mi scoprissero Creatore (con Adamo ed Eva), poi come Legislatore (con Mosè) ed infine come Padre (con Gesù, il Mio Figlio dell’Uomo preferito).

   Io amo tutte le mie creature che, grazie a Mio Figlio, hanno la possibilità di ambire ad essere figli pure loro, purché lo vogliano.

   Tu, e scusa se te lo dico francamente, pare che ami soltanto chi crede in te… creando così un corto circuito deflagrante. E poi perché permetti a chi crede in te di dare la caccia a tutti gli altri definendoli infedeli?

   Io, a quelli che mi negano, non faccio guerra, anzi li aspetto con benevolenza alle soglie della fede, felice di poterli abbracciare e riconoscendo loro il merito di avermi trovato. Non sono razzista e non è nel mio stile vantarmi. Un Dio che si rispetti è Grande anche in ragione di questa sua discreta magnanimità  nel comportarsi.

   A te, alcuni tuoi fedeli, dicono che sei grande e poi fanno esplodere bombe, conflitti, divisioni, terrore… Qualcosa non funziona, Allah!

—————————————————————————————————————————————-   http://www.gigiavanti.com

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DIFETTI o LIMITI?

                                                                            DIFETTI  O LIMITI?

 

   Chi non mai sentito qualcuno (o qualcuna) esclamare così: “Ha anche lui (o lei) i suoi bravi difetti!”. Immaginiamo se questi benedetti difetti fossero anche “cattivi”! Ma  lasciamo perdere… La parola “difetto” (etimo latino “deficiere”… da cui  l’insulto paradossale di “deficiente”) sta a significa qualcosa che manca. La parola “limite” invece sta a significare, paradossalmente, l’identità di una realtà, di una persona, per cui si potrebbe meglio esclamare: “Ha anche lui (o lei) i suoi bravi limiti”.  I tre limiti di un triangolo costituiscono anche la sua identità. Non si può apostrofare un triangolo dicendogli: “Sei un quadrato deficiente!”  Eppure ci comportiamo proprio così quando ci rivolgiamo (come genitori, educatori…) a figli o educandi con questa espressione (che immaginiamo incoraggiante!): “Se ti sforzassi di più…” .  Un triangolo non è un quadrato difettoso e si stizzisce (e molto) sentirsi dire (magari più volte al giorno): ”Se ti sforzassi potresti diventare un buon quadrato”….. Lo so che questo modo di “ragionare” ha un vago sapore paradossale e paga anche il limite del linguaggio umano, ma tant’è… ho anch’io i miei limiti!

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Se tutto è grazia, grazie di tutto mio Dio

Son trascorsi cinquant’anni, tra delizie ed affanni, ma con Dio sempre a fianco, di amare non mai stanco….

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