Archivi del mese: marzo 2022

LEGGERE CON SERENITA’ INTERIORE

                           PER NON “DANNARSI” L’ANIMA … VOLENDOLA SALVARE!

    Siccome continua questo periodo di reciproca lontananza fisica ma non spirituale, ho pensato di offrire una riflessione che mi è saltata in mente spontaneamente senza che mi sforzassi  più di tanto per trovare l’argomento.

   Mi è venuta in mente considerando quanto possa essere stato fiaccato in questi ultimi tempi l’impegno di testimonianza per la causa del Regno di Dio… che è l’unica Causa per la quale spendere energie, sentimenti e vita intera … considerato il fatto che Dio stesso, in Gesù Cristo, ha speso tutto per noi e che per noi credenti, quindi, “il futuro è al sicuro” in barba a tutte le preoccupazioni e sofferenze del quotidiano.

   La conferma di questo sussulto di “speranza certa” del buon esito del futuro è data proprio dall’evento unico della Risurrezione di Gesù Cristo.

   Mi sono domandato: “Quali possono essere i convincimenti profondi dell’anima capaci di non farci soccombere alle insidie e  tentazioni della stanchezza, dello scoramento, del tirare i remi in barca?”

   La risposta a questa domanda ci viene dallo stesso Gesù. Legando insieme, infatti, alcune sue espressioni  prese qua e là dal vangelo si riesce ad ottenere una sorta di “vademecum” per chi volesse continuare nell’impegno di testimonianza cristiana senza cedere ad alcuna tentazione.

   Questo “vademecum” non è da prendere alla leggera, alla stregua di  un pio suggerimento, ma va preso come un vero e proprio programma di vita spirituale… soprattutto quando, essendo tutti sulla stessa barca e soffrendo tutti il mal di mare (angoscia di morte) a causa della tempesta che infuria, non ci rimane altro che svegliare Gesù che se ne dorme beatamente… e magari ascoltarlo, e ascoltarlo sul serio, però.

   E’ infatti lui, appena svegliato, a zittire le urla scomposte del mare tempestoso e ad arrestare la silente corrosione dell’anima operata dall’angoscia.

   Ecco le cinque espressioni di Gesù da ascoltare e da prendere alla lettera. Tra l’altro, prendendo alla lettera tali soavi imperativi spirituali,  si evita anche il rischio opposto a quello della pigrizia o inattività, quello, paradossalmente parlando, della troppa agitazione o del troppo zelo nell’impegno di testimonianza… del troppo “dannarsi l’anima” con la buona intenzione di “volerla salvare”. Le buone intenzioni infatti vanno sempre accompagnate dalle buone maniere

   Ecco le cinque espressioni da leggere con spirituale attenzione, come se le stessimo ascoltando in diretta da Gesù stesso… adesso che ha placato la tempesta e curato l’angoscia…

 “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e il resto vi verrà dato in aggiunta…”

   … ma ricordatevi che…

 “Senza di Me non potete fare niente…”

   e se proprio siete decisi a imparare come fare…

 Imparate da Me che sono mite e umile di cuore…

   consapevoli però che il titolare di tutto è il Mio e vostro Padre,  per cui ricordate che…

 “Nessuno può venire a Me se il Padre Mio che è nei cieli non lo attira…”

   da cui sgorga dalla vostra anima l’orazione prioritaria…infatti…

 “Ogni cosa che chiederete al Padre Mio in nome Mio, Egli ve la darà…”

  … e il discorso si chiude

   Vale la pena, a questo punto, di non dedicare troppo tempo ad orazioni lamentose o tormentate (sebbene anche queste trovino accoglienza presso il Cuore misericordioso di Dio), ma di avere chiaro in mente che la cosa  più gradita a Dio e pertanto da chiedere a Lui (quinta espressione) è proprio quella contenuta nella prima espressione e cioè la dilatazione degli spazi del Suo Regno.  E così il cerchio si chiude.

   Un dettaglio da non trascurare riguarda la questione del modo ottimale di offrire questa testimonianza, anche in considerazione del fatto che sovente le buone intenzioni, se non sono accompagnate da buone conoscenze finiscono per dare risultati discutibili. L’antico motto che “Il bene occorre compierlo bene” non va mai dimenticato.

   Perché non provare, ad esempio,  ad applicare questo motto al comandamento principe lasciato da Gesù e che può a buona ragione essere considerato come il primo “bene da compiere”e da  “compiere bene”?

   Paradossalmente parlando, si potrebbe arrivare a dire che “amare il prossimo”  supponga di doverlo fare bene… Non potrebbe essere  che farlo bene consista proprio nell’essere prima di tutto amabili?

   Essere amabili facilita al proprio prossimo di amare il prossimo proprio. E’ un cortocircuito di divina magia spirituale!  “Ama il tuo prossimo… come te stesso” diventa allora “Sii amabile per te stesso”.

   Se si è amabili per se stessi lo si sarà anche per chiunque altro.

                                                        http://www.gigiavanti.com

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PER NON VIVERE UNO ZELO ESAGERATO

“NON PARLARE DI DIO A CHI NON TE LO CHIEDE,

MA VIVI IN MODO TALE CHE, PRIMA O POI, TE LO CHIEDA”.

                                 (San Francesco di Sales)

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SENZA RADICI… NON SI VOLA

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ATTENZIONE ALLE TENTAZIONI…

                  COMMENTO OMILETICO 

               (6 marzo 2022 – Lc. 4, 1 – 13)

BENEDIZIONE INIZIALE

Predisponiamo la nostra anima ad accogliere il nutrimento della Parola e dell’Eucaristia così da essere sempre pronti a resistere alle tentazioni che ci possono far deviare dalla retta via.

MEDITAZIONE

Oggi la Chiesa sottopone alla nostra attenzione il celebre brano che narra l’episodio sconcertante delle tentazioni riservate a Gesù.

Sconcertante perché la nostra scadente lettura dello spirituale e del mistero ci porta talvolta a pensare che Dio avrebbe potuto riservare al Suo Figlio preferito un trattamento particolare, avrebbe potuto cioè evitargli passaggi burrascosi e problematici.

Invece, per ripetere una espressione popolare, anche a Gesù non è stato fatto mancare niente quanto a guai e problemi, anzi.

E uno di questi guai o problemi è proprio quello delle tentazioni alle quali lo Spirito lo ha indotto a subire poco prima della sua missione.

Ci chiediamo subito cosa poterne ricavare come nutrimento per la vita dell’anima. Tralascio di ricordare le numerose e pregevoli interpretazioni delle metafore presenti nelle tre tentazioni (pane, potere, spettacolarità) preferendo cercare di andare a scovare l’anima nascosta che fa da comune denominatore alle medesime.

Un primo immediato insegnamento è quello di non cercare di venire a patti col diavolo, quello di non fidarsi delle sue lusinghevoli, ma ingannevoli promesse. Nel decorso della vita, infatti, si subirà sovente l’assalto del tentatore, del diavolo. Nessuna negoziazione col diavolo, quindi.

E opportuno ricordare, infatti, l’identikit del tentatore che viene ben evidenziato dalle tre parole con le quali viene qualificato:  la parola “diavolo”, nella sua radice etimologica significa “divisore”, così come “satana” significa “nemico”,” avversario” e  “demonio” significa “abbagliante”).

Il che sta a significare che il tentatore è “nemico” di Dio, che la sua funzione è quella di “portare divisione” e che la maniera che mette in atto per arrivare allo scopo di allontanare da Dio è “affascinante, abbagliante”. Attenzione, quindi, a non lasciarsi abbagliare, agganciare, affascinare.

E ciò è possibile prendendo consapevolezza e ricordando che la nostra anima ha di per sé una inclinazione naturale (genetica si direbbe) a fidarsi soltanto dalla soave voce dello Spirito, il vero protagonista di tutto l’episodio posto alla nostra attenzione oggi.

Quello Spirito al quale chiedere discernimento per saper riconoscere subito le tentazioni o meglio ancora l’anima di ogni tentazione.

E questo è il secondo insegnamento. A ben considerare sembra infatti di poter dire che l’anima di ogni  tentazione possa essere quella che sollecita e lusinga mente e cuore a badare soltanto al proprio interesse, al proprio buon nome, al proprio orgoglio, al proprio successo, alla propria vita, a fronte invece a quello di badare “prima di tutto” alla causa del Regno di Dio (“e il resto vi sarà dato in aggiunta”).

Avere chiaro in mente che la realtà più grande è il Regno di Dio, alla quale causa impegnare tutte le nostre forse costituisce un baluardo contro ogni tentazione.

Fidarsi ciecamente dello Spirito, quindi,  anche quando tale scelta (vocazione, missione) di badare “prima di tutto” alla Causa del Regno di Dio ci sembri spericolata e comporti guai, sofferenza, incomprensione, persecuzione ci colloca in una botte di ferro inattaccabile da parte del tentatore.

Fidarsi ciecamente dello Spirito è quiete dell’anima.

PREGHIERA DEI FEDELI

Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco affinchè lo Spirito allontani da lui ogni tentativo del diavolo di farlo deviare dalla strada della salvezza. Ascoltaci, o Signore.

Ti preghiamo, o Signore, per Vescovi, sacerdoti, consacrati, claustrali affinchè sappiano riconoscere la fisionomia delle varie tentazioni che possono ostacolare il loro camino spirituale verso la salvezza. Ascoltaci, o Signore.

Ti preghiamo, o Signore, per tutti  i fedeli laici affinchè sappiano riconoscere la silenziosa voce dello Spirito pur se immersi nel frastuono delle cianfrusaglie della vita. Ascoltaci, o Signore.

Ti preghiamo, o Signore, per l’uomo d’oggi affinchè sappia sempre riconoscere se sotto al  desiderio di avere subito quanto gli appare appetibile non vi sia nascosto l’inganno della tentazione. Ascoltaci, o Signore.

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