Archivi del mese: novembre 2022

                L’AMORE VIVE SULLE ALI DELLA LIBERTA’

                                        (Leggenda Sioux)

Questa antica leggenda Sioux – conosciuta come la leggenda dell’aquila e del falco – racconta che un giorno Toro Bravo e Nube Azzurra giunsero tenendosi per mano alla tenda del vecchio stregone della tribù e gli chiesero:

“Noi ci amiamo e ci vogliamo sposare. Ma ci amiamo così tanto che vogliamo un consiglio che ci garantisca di restare per sempre insieme, che ci assicuri di restare l’uno accanto all’altra fino alla morte. Che cosa possiamo fare?”.

Il vecchio saggio, emozionato nel vederli così giovani e così innamorati, così ansiosi di una buona parola, disse:

“Fate ciò che deve essere fatto. Tu, Nube Azzurra, devi scalare il monte al Nord del villaggio. Solo con una rete, devi prendere il falco più forte e portarlo qui vivo, il terzo giorno dopo la luna nuova. E tu, Toro Bravo, devi scalare la montagna del tuono; in cima troverai la più forte di tutte le aquile. Solo con una rete dovrai prenderla e portarla a me, viva!”.

I giovani si abbracciarono teneramente e poi partirono per compiere la missione. Il giorno stabilito, davanti alla stregone, i due attendevano con i loro uccelli. Il vecchio saggio li tolse dal sacco e costatò che erano veramente begli esemplari degli animali richiesti.

“E adesso, che dobbiamo fare?”, chiesero i giovani.

“Prendete gli uccelli e legateli fra loro per una zampa con questi lacci di cuoio. Quando saranno legati, lasciateli andare perché volino liberi” – rispose il vecchio saggio Sioux.

Fecero quanto era stato ordinato e liberarono gli uccelli. L’aquila e il falco tentarono di volare, ma riuscirono solo a fare piccoli balzi sul terreno. Dopo un po’, irritati per l’impossibilità di volare, gli uccelli cominciarono ad aggredirsi l’un altro beccandosi fino a ferirsi.

Allora, il vecchio saggio disse:

“Non dimenticate mai quello che state vedendo. Il mio consiglio è questo: voi siete come l’aquila e il falco. Se vi terrete legati l’uno all’altro, fosse pure per amore, non solo vivrete facendovi del male ma, prima o poi, comincerete a ferirvi a vicenda. Se volete che l’amore fra voi duri a lungo, volate assieme, ma non rimanendo legati con l’impossibilità di essere voi stessi”.

Se sognate un amore duraturo lasciate all’altro la giusta libertà, non soffocatelo mai.

Se realmente ami qualcuno lascialo volare con le sue ali: l’amore vive sulle ali della libertà.

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          LA STORIA DEL SERPENTE E DELLA LUCCIOLA

   Racconta una leggenda che un serpente inseguiva una lucciola per divorarla. Il piccolo insetto faceva il possibile per fuggire dal serpente. Per giorni fu una persecuzione intensa.

   Dopo un po’ di tempo, la lucciola, stanca ed esausta si fermò e disse al serpente: “Poso farti tre domande?”. Il serpente le rispose: “Non sono abituato a rispondere a nessuno, però siccome ti devo mangiare, puoi chiedere”.

   “Domanda numero 1: appartengo alla tua categoria alimentare?” – chiese la lucciola. “No”. – rispose il serpente.

   “Domanda numero 2: ti ho fatto qualcosa di male?” – disse la lucciola. “No, assolutamente” – tornò a rispondere il serpente.

    “Domanda numero 2 : E allora perché vuoi mangiarmi?”. “Perché non sopporto vederti brillare”:

Morale: in varie occasioni può capitare di incontrare persone che ti criticano, condannano, etichettano, sebbene tu non abbia mai fatto loro qualcosa di male, e malgrado tu ti sia mostrato gentile con loro.

E tutto ciò avviene perché, così come la lucciola, possiedi la tua luce interiore, illumini il tuo cammino e il cammino di molti che camminano nell’oscurità. Brilli più degli altri, come fa la lucciola di notte e questo è difficile da sopportare per alcune persone, perché non hanno quella luce interiore, quel brillìo proprio e soffrono nel vederti brillare. Sono persone che vivono nell’infelicità.

Tu non smettere mai di essere te stesso, di illuminare con quella tua luce, anche se questo da fastidio a coloro che vivono nella totale penombra. I serpenti che mangiano le lucciole non capiscono che poi rimangono al buio per sempre.

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QUANDO SI E’ ALLE PRESE CON LUTTI

                          ELABORARE O VIVERE UN LUTTO?

“Dottoressa, non riesco ad elaborare questo lutto”.

 “Cosa non va nel suo modo di elaborare questa perdita?”.

 “Non riesco a dimenticare quella persona. La vedo dappertutto. La sogno. Continuamente. Mi capita speso di pensarci. A volte la disegno. Come si fa a superare questa mancanza?”.

“La mancanza non è da superare, ma da vivere. Stia in quel vuoto, si accomodi proprio lì. Per tutto il tempo necessario. E si gusti tutte le chiamate che quella persona  le sta rivolgendo. Quando le sembra di vederla tra la folla, quando la pensa e quando la sogna, non è perché il suo cuore è malato. E’ semplicemente l’anima del suo caro che è venuta a trovarla. Impari a celebrare le sue manifestazioni: arrivano dal cielo, non dalla sua mente”.

“E cosa vuole da me quando mi appare?”.

“Poetarle amore: E farle capire che c’è un continuo scambio fra il mondo visibile e il mondo invisibile. Ma lei continua a fuggire da questi tentativi di carezze rivolte alla sua anima. E’ ora di celebrare i segnali che l’universo ci invia. Di accoglierli. Di andarli a cercare. E di smetterla di scambiare l’amore con la malattia”.

                                                 (Elena Bernabè)

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