Archivi del mese: aprile 2015

SEMPRE CON EMOZIONE… ALLA PARROCCHIA SS.MO SACRAMENTO A TOR DE’ SCHIAVI

SEMPRE IN MERITO ALLA CULTURA DELLE BUONE RELAZIONI (ecologia della relazione)

 

 

“CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER CAPIRE CHE NON SI PUO’ CAPIRE TUTTO” (Confucio).

E se si arrivasse un po’ prima che trascorra tutta la vita…a capirlo?

“Fammi capire”. “Non ti capisco”… Ma è proprio così fondamentale o importante “capire” per decidersi ad “amare” per lasciarsi andare ad “amare”, a vivere e quel che sia sia? Ma è proprio così difficile accettare che “il cuore ha delle ragioni che la ragione non capisce?”. Già Einstein aveva detto: “Chi non accetta il mistero non è degno di vivere”.

 

“Certe cose accadono e basta, vanno accettate con buona rassegnazione, non conviene indagare o resistere più di tanto, non si approderebbe a nulla. Se non si riesce ad esaudire il desiderio (di capire?) bisogna sperare che il tempo lo faccia svanire lentamente senza però lasciarsi lacerare l’anima”. (F.L. Poli)

 

“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non si può fare nulla, uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e soprattutto vivere”. (Dalai Lama)

http://www.gigiavanti.com

Pubblicità

Lascia un commento

Archiviato in Aforismi, poesie

Che emozione!

E’ la prima volta che dal 1973 parlo ai miei amici, fratelli parrocchiani… grazie al nuovo parroco don Maurizio Mirirlli che ringrazio e al Gruppo Culturale da poco nato che ringrazio ancor più… e condivido

       PER UNA CULTURA DELLE BUONE RELAZIONI…

 

L’uomo moderno soffre del “mal di relazione”, un malanno forse atavico, ma in aumento al giorno d’oggi. Curioso anche notare come i “malanni relazionali” siano andati aumentando con l’aumentare degli studi sulla relazione interpersonale:

 C’è modo di contenerne tale malanno, quello di andare alla sorgente del problema approfondendo il concetto di “relazione… partendo da un po’ lontano e senza complessi di inferiorità nei confronti della “cultura” odierna così resistente e refrattaria all’uso dell’intelligenza “spirituale”.

 Una cultura per’altro così caratterizzata: una cultura che predilige il fare al contemplare, la tecnica all’etica, il frammentario al progettuale, l’emotivo al ragionevole, il razionale al soprarazionale, il reversibile al definitivo, il precario allo stabile, l’ideologico al culturale, l’individuale al relazionale, l’apparire all’essere, l’intellettuale allo spirituale…E le conseguenze, in ambito di rapporti umani, si vedono.

 Parte da lontano (i segni dei tempi…) l’esortazione a cambiare marcia.

“Nel presente ordine di cose la buona Provvidenza ci sta conducendo ad un nuovo ordine di rapporti umani…” (San Giovanni XXIII, 12 OTTOBRE 1962, apertura del Concilio Vat.II)

“Il nostro tempo, così carico di tensioni e avaro di tenerezza” – “C’è poca vita umana nelle famiglie dei nostri giorni” (San Giovanni Paolo II). “Educare alla vita buona del vangelo” è il titolo del fascicoletto degli Orientamenti pastorali della CEI per il decennio corrente. Da notare i vocaboli “buona”, “nuovo”, “rapporti” che non attengono a “contenuti” ma a “modalità” per veicolarli… (brano del giovane ricco – canale uditivo della cultura ebraica che risponde alla domanda con una domanda)

COSA SUCCEDE SE NON SI CAMBIA MARCIA: succede che si va in stress. L’Istituto Canadese per la ricerca sullo stress attesta che a cadere facilmente nello stress è quel  24% di persone  che non sono ancora riuscite a stabilire cosa “è importante nella vita” (scala di valori…). “Le persone che stanne male sulla terra sono proprio quelle che pensano soltanto alla terra”. “Più la vita è vuota, più diventa pesante”. “Sono talmente abituato ad essere teso che quando sono calmo mi sento nervoso”. “La relazione con gli altri è come la cucina, in ogni pietanza ognuno trova quello che ci mette”.

 

NUCLEI CONCETTUALI  PER UNA BUONA RELAZIONE (Benessere relazionale… ecologia della relazione)

  • ATTENZIONE AL QUI ED ORA A 360° GRADI (pensieri, gesti, silenzi… “ Le parole servono la mente, i gesti  servono il cuore, il silenzio serve l’anima”. Riferimento alla modalità relazionale di Dio nei confronti dell’umanità: parola, gesti. silenzio = dire, fare, essere… Sublimità relazionale del silenzio eucaristico…). TESTO di H. Mallecoat IO SONO. (Lettere di Berlicche… dove si dice che “Il presente è l’unico punto di contatto tra l’eternità e il tempo”)
  • IDEE CHIARE sulla differenza tra “valutazione” e giudizio”, tra relazione “giudicante” o “valutativa (quando piove, il tempo non è brutto, ma piovoso – citare Petrarca, san Francesco, Einstein)
  • RELAZIONE CON SE STESSO base per una relazione con l’altro (passato, presente, futuro… accettare di “capire” che non si può capire tutto e tuttavia continuare ad “amare”). Altrimenti si vive di rimpianti (Borges, Bombeck). Aneddoto di Madre Teresa di Calcutta.

http://www.gigiavanti.com

 

Lascia un commento

Archiviato in Aforismi, poesie

CRESCENDO SI IMPARA A FARE MENO DI QUALCOSA….

CRESCENDO SI IMPARA A FARE A MENO DI QUALCOSA….

 

E’ proprio vero ed è la vita stessa ad insegnarcelo piano piano… Soltanto che questa dinamica non sembra valere per l’umanità nel suo insieme, almeno sembra non valere per quella porzione di umanità della cosiddetta Vecchia Europa. Sembra non valere, perché paradossalmente parlando, la Vecchia Europa, “crescendo”, ha voluto fare a meno di qualcosa, soltanto che questo “qualcosa”  non è quel guazzabuglio di superfluità (materiali o psicologiche…) che l’ha accompagnata fin qui… Quel “qualcosa” era ed è qualcosa di importante, anzi di fondamentale e questa è la ragione per la quale, avendone voluto farne a meno, siamo arrivati a questo punto di  degrado delle relazione umane, di inquietudine, di aggressività, di “mal di relazione”… Scriveva san Giovanni Paolo II. “Il nostro tempo, così carico di tensioni ed avaro di tenerezza” ed anche : “C’è poca vita umana nelle famiglie dei nostri giorni”. Lo stesso psicologo Carl Gustav Jung (curiosamente snobbato da certi “vecchi” sapientoni  colleghi suoi): “Tante nevrosi dell’uomo moderno sono riconducibili ad un non risolto problema religioso”.

E la ragione di questo dilagare del “malessere esistenziale” sta proprio, per quanto riguarda la Vecchia Europa, nel fatto che crescendo ha voluto fare a meno delle cose “fondamentali” e non delle “superfluità”, ragion per cui siamo ridotti così. Ha rinunciato al “bene” ed è stato fatale essersi ridotta così “male”.

Lo spunto per questa riflessione, che dedico a tutti  i miei amici non ancora ridotti così male, mi è stato dato da una omelia del mio precedente parroco, don Roberto De Odorico(attualmente Segretario Generale della Pontificia Università Lateranense)…Lui sosteneva (e ciò accadeva ad una scadenza di duecento anni, più o meno))  che a partire dal ‘500 la Vecchia Europa ha incominciato a voler fare a meno della Chiesa (il Protestantesimo è, in sostanza, questo); due secoli dopo, nel ‘700, ha continuato su questa strada volendo fare a meno di Dio (la Massoneria, in buona sostanza, è questo) per arrivare agli albori del ‘900 a credere di poter fare a meno di Gesù Cristo  (il marxismo  – leninismo autodichiaratosi ateo è proprio questo… con la sequela di tutti i “comunismi artigianali locali”), nel senso che se non c’è un Padre (massoneria) non ci può essere neppure un Figlio… Ed è appunto  questo che è accaduto: si è finiti così “male” perché “crescendo” si è voluto fare a meno di “qualcosa”! Soltanto che questo “qualcosa” era  il “bene”. era il vero patrimonio dell’umanità…

C’è però una via d’uscita… E siccome è stato proprio Gesù a dire di essere la “Via”, forse è il caso di suggerire alla vecchia e rimbambita Europa di farne almeno memoria storica (se non proprio spirituale) . Ecco questa via d’uscita (vuole essere anche una indicazione metodologica di come assemblare espressioni isolate di Gesù per farne uscire “qualcosa” di cui non fare a meno…): sono cinque espressioni da leggere in sequela logico – spirituale:  “CERCATE PRIMA DI TUTTO IL REGNO DI DIO E IL RESTO VI VERRA’ DATO IN AGGIUNTA” – “SENZA DI ME NON POTETE FARE NULLA” – “IMPARATE DA ME CHE SOMO MITE E UMILE DI CUORE” – “NESSUNO PUO’ VENIRE A ME SE IL  PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI NON LO ATTIRA” – “OGNI COSA CHE CHIEDERETE AL PADRE MIO IN MIO NOME EGLI VE LA DARA?

(www.gigiavanti.com)

Lascia un commento

Archiviato in Aforismi, poesie

Si chiama Pietro, è il nostro quinto nipotino…

IMG-20150410-WA0017

Lascia un commento

14 aprile 2015 · 09:53

IN ATTESA DEL RISORTO…SENZA CARNE E OSSA

NEI PANNI

Lascia un commento

Archiviato in Aforismi, poesie