Archivi del mese: dicembre 2015

“Non è il vino a ubriacare l’uomo, è l’uomo che si ubriaca”.

NON E' IL MATRIMONIO A RENDERE ...
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25 dicembre 2015 · 18:30

IL TANDEM DELL’AMORE…(revisionato nel tempo…)

Il tandem dell'amore

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24 dicembre 2015 · 17:38

L’amore non muore…

LìAMORE NON MUORE MAI...

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24 dicembre 2015 · 17:25

IL SAGGIO… (frate Indovino in incognito)

IL SAGGIO DICE...

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24 dicembre 2015 · 17:21

QUALCOSA per riflettere…e pensare

IL VALORE DEL TEMPO

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24 dicembre 2015 · 17:11

BUON NATALE…. DI GESU’

Tratto da una predica di Karol Wojtyla, giovane sacerdote impegnato nella pastorale giovanile, agli studenti con i quali si recava spesso in gita in barca.

 

« In un bosco in cima ad una collina vivevano tre alberi. Un giorno iniziarono a discutere dei loro desideri e delle loro speranze.

Il primo albero disse: “Spero di diventare un giorno lo scrigno di un tesoro. Potrei essere riempito d’oro, d’argento e di gemme preziose. Potrei essere decorato con intarsi finissimi ed essere ammirato da tutti.”

Il secondo albero disse: “Io spero di diventare una nave possente. Vorrei portare re e regine attraverso i mari fino agli angoli più reconditi del mondo. Vorrei che per la forza del mio scafo ognuno si sentisse al sicuro.”

Infine il terzo albero disse: “Io vorrei crescere fino a diventare l’albero più alto e più dritto di tutta la foresta. Tutta la gente mi vedrebbe irto sulla cima della collina e ammirando i miei rami contemplerebbe i cieli e penserebbe a Dio, vedendo quanto io gli sia vicino. Sarei il più grande albero di tutti i tempi, e tutti si ricorderebbero di me.”

Trascorse qualche anno, e ogni albero pregava che i suoi desideri si avverassero.

Alcuni taglialegna passarono un giorno vicino ai tre alberi. Uno di questi si avvicinò al primo albero e disse: “Questo sembra un albero molto resistente, riuscirò sicuramente a venderne la legna ad un falegname”. E iniziò a tagliarlo.

L’albero era felice perché sapeva che il falegname lo avrebbe trasformato in uno scrigno prezioso.

Giunto presso il secondo albero un altro taglialegna disse: “Questo sembra un albero molto resistente, credo che riuscirò a venderlo ad un cantiere navale.”

Il secondo albero era felice perché sapeva che stava per diventare una nave possente.

Quando i taglialegna si avvicinarono al terzo albero, l’albero era spaventato perché sapeva che se fosse stato tagliato i suoi sogni non si sarebbero mai avverati. Uno dei taglialegna disse: “Non ho ancora deciso cosa ne farò del mio albero. Ma intanto lo taglierò”. E subito lo tagliò.

Quando il primo albero fu consegnato al falegname fu trasformato in una cassa per contenere mangime per animali. Fu portato in una grotta e riempito di fieno. Ciò non era certamente quello per cui l’albero aveva pregato.

Il secondo albero fu tagliato e trasformato in una piccola barca da pesca. I suoi sogni di diventare una nave possente e trasportare re e regine era terminato.

Il terzo albero fu tagliato in due tronconi e abbandonato nel buio in un deposito.

Gli anni passarono e gli alberi dimenticarono i loro sogni. Finché, un giorno, un uomo e una donna giunsero alla grotta. La donna partorì e il neonato fu adagiato nella cassa per il mangime degli animali che era stata fabbricata con il legno del primo albero.

L’uomo aveva sperato di poter costruire una culla per il bambino, ma fu la mangiatoia a divenirlo. L’albero avvertì l’importanza di questo evento e capì che aveva accolto il più grande tesoro di tutti i tempi.

Anni dopo, alcuni uomini erano sulla barca da pesca che era stata realizzata con il secondo albero. Uno degli uomini era stanco e si era addormentato. Mentre si trovavano in mare un violento temporale li sorprese e l’albero pensò che non sarebbe stato abbastanza robusto per proteggere i passeggeri. Gli uomini svegliarono la persona che si era addormentata, la quale, alzandosi in piedi, sgridò il mare: “Taci, calmati.”

La tempesta si placò immediatamente. A questo punto il secondo albero capì di aver trasportato il Re dei Re nella sua barca.

Alla fine, qualcuno arrivò e prese il terzo albero. Un troncone venne fissato nel terreno, mentre l’altra metà venne messa sulle spalle di un uomo condannato a morte.

Mentre veniva trasportato attraverso le strade, la gente scherniva l’uomo che lo sosteneva. Quando si fermarono l’uomo fu inchiodato all’albero, innalzato in aria e lasciato morire in cima ad una collina.

L’albero capì che non solo era stato vicino a Dio, ma lo aveva sostenuto inchiodato su di sé, poiché Egli era stato crocifisso sul suo legno.

Quando le cose non sembrano andare nella direzione che ti aspetti, sappi che Dio ha sempre un piano per te. Se tu hai fiducia in Lui, Lui ti darà grossi doni. Ogni albero ebbe ciò che voleva ma non nel modo che avrebbe immaginato.

Noi non sappiamo sempre ciò che Dio ha riservato per noi. Sappiamo che le Sue vie non sono le nostre vie, ma le sue vie sono sempre le migliori! »

 

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SENZA RIMPIANTI… e PIANTI

SE TORNASSI A VIVERE…

Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se potendo rinascere

avrei vissuto la vita in maniera diversa.

Lì per lì ho risposto di no,  poi ho ripensato un po’ su e…

Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato di meno

e ascoltato di più.

Non avrei rinunciato ad invitare a cena gli amici

soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia

e la fodera del divano era stinta.

Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno

quando rievocava gli anni della sua giovinezza.

Non avrei mai preteso, in un giorno d’estate,

che i finestrini della macchina fossero alzati

perché avevo appena fatta la messa in piega.

Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa

si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino.

L’avrei consumata io, a forza di accenderla.

Mi sarei stesa sul prato con i bambini,

senza badare alle macchie d’erba sui vestiti.

Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione

e di più osservando la vita.

Avrei condiviso maggiormente le responsabilità

di mio marito.

Mi sarei messa a letto quando stavo male,

invece di andare febbricitante al lavoro,

quasi che, mancando io, il mondo si sarebbe fermato.

Invece di non vedere l’ora che finissero i nove mesi

di gravidanza, ne avrei amato ogni attimo,

consapevole del fatto che la stupenda cosa

che mi viveva dentro era la mia unica occasione

di collaborare con Dio

alla realizzazione di un miracolo. (Erma Bombeck)

 

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DECALOGO GENDER

DECALOGO GENDER

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2 dicembre 2015 · 11:55