SE VOLETE RISOLVERE ALCUNI PROBLEMI…
“Cercate prima di tutto il Regno di Dio, il resto vi verrà dato in sovrappiù”; “Senza di me non potete fare nulla”; “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.
di Gigi Avanti
Tolta la prima frase, a parlare così è Gesù… e da quando mi è venuta in mente di associare a caso alcune espressioni del vangelo per vedere cosa ne usciva fuori (non più di tre alla volta però, per non esagerare) ho scoperto che il risultato era sempre sorprendente… sia sul piano spirituale (e ci mancherebbe) sia su quello più semplicemente psicologico (a meno che certe idee o precomprensioni già ingombrino la mente costituendo ostacolo per l’anima assetata, per il suo DNA, comunque di Dio).
Come nel caso di queste tre espressioni di Gesù che associate a caso potrebbero configurarsi come strategia conveniente per “risolvere” certi problemi o perlomeno come metodologi a da privilegiare per conviverci o per non morirci dentro..
E per limitarci al contesto della vita familiare, chi potrebbe dire di non avere problemi? Anche se va precisato subito che quando a Dio prese desiderio e volontà di “creare” l’uomo non aveva certo in animo di “crearci” dei problemi , bensì di offrirci delle possibilità e delle opportunità di vivere in amore nutrendo fiducia nell’intelligenza della sua creatura. Infatti il primo comandamento che da alla coppia “originale” è “crescete” (che etimologicamente deriva dal verbo “creare”, quasi a voler dire “portare avanti ciò che è stato creato”) Soltanto che, anziché ubbidire accettando la “realtà” del progetto di vita che consisteva nel fare tutto il bene possibile non provandoci nemmeno a fare il male (anagramma di “mela”), Adamo ed Eva (volendo essere “originali”) disubbidirono credendo che anche il male si potesse fare bene… “creandosi” così un grossissimo problema trasmesso fino ad oggi…
Ma torniamo al nostro tema. Chi non ha “problemi” in famiglia? Chi non ha a che fare con mariti taciturni o espansivi, con mogli petulanti o perfezioniste, con figli riottosi come capre, con adolescenti dall’umore intermittente, con parenti “serpenti”, con suocere (basta la parola… e ci sarà una ragione!), con cugini rompiscatole, con nonni lamentosi e, perché no, con preti dalle omelie che non
finiscono mai, con catechiste che non vedi l’ora di fare la prima Comunione per togliertele di torno, con suore inclini all’accanimento educativo…
Ebbene, potrebbe rappresentare una svolta nella propria vita se, volendo risolvere alcuni problemi o decidendovi di conviverci accettandoli “realisticamente”, si facesse costante riferimento a quelle tre espressioni di Gesù. Si potrebbe cioè guadagnare in serenità di vita relazionale (tanto, alternativa non c’è… checchè ne dicano alcuni psicologi non ancora sufficientemente sensibili alle istanze della “psicologia dello spirito”) qualora si cercasse, nel qui ed ora della quotidianità più semplice, “prima di tutto il Regno di Dio”, se soltanto si contasse veramente sulla sacramentalità della “fraternità” non dimenticando il fatto che quella sera magica del giovedì santo l’invenzione dell ‘Eucaristia è avvenuta parallelamente alla trovata della “lavanda dei piedi” (che rispetto all’esperienza piacevole del “cenare insieme a Gesù nutrendosi di Lui” presentava aspetti poco piacevoli… se non addirittura di cattivo gusto, nel bel mezzo di una cena…). Questo potrebbe voler dire che “eucaristia e fraternità” sono inseparabili… se no si creano problemi nei rapporti, così da far dire al solito pensatore paradossale: “Ogni incontro con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è incontro con Dio”. Si risolverebbero cioè tanti “problemi relazionali” (fuori e dentro la famiglia) se non si lasciasse mai Gesù fuori dalla porta o all’angoletto e se si mettesse la linfa della mitezza e dell’umiltà in tutti i nostri comportamenti
Se invece prima del Regno di Dio mettiamo, più o meno consapevolmente altro (sistemazione, prestigio, carriera… insomma il proprio “io” al posto di Dio) o se ascoltiamo di più il tentatore (che direbbe “imparate da me che sono “bravo” e quanta antipatia dovrebbe suscitare chi parla così… anziché seguire Gesù che dice “imparate da me che sono mite e umile di cuore”) o se nutriamo di più l’amor proprio che non l’amore fraterno, allora sì che si peggiorerebbe la situazione relazionale…