Archivi del mese: aprile 2013

“SE VOLETRE RISOLVERE ALCUNI PROBLEMI…”

SE VOLETE RISOLVERE  ALCUNI PROBLEMI…

“Cercate prima di tutto il Regno di Dio, il resto vi verrà dato in sovrappiù”; “Senza di me non potete fare nulla”; “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.

                                                                                                             di Gigi Avanti

Tolta la prima frase, a parlare così è Gesù… e da quando mi è venuta in mente di associare a caso alcune espressioni del vangelo per vedere cosa ne usciva fuori (non più di tre alla volta però, per non esagerare) ho scoperto che il risultato era sempre sorprendente… sia sul piano spirituale  (e ci mancherebbe) sia su quello più semplicemente psicologico (a meno che certe idee o precomprensioni  già ingombrino la mente costituendo ostacolo per l’anima assetata, per il suo DNA, comunque di Dio).

Come nel caso di queste  tre espressioni di Gesù che associate a caso potrebbero  configurarsi come strategia conveniente per “risolvere” certi problemi o perlomeno come metodologi a da privilegiare per conviverci  o per non morirci dentro..

E per limitarci al contesto della vita familiare, chi potrebbe dire di non avere problemi? Anche se va precisato subito che quando a Dio prese desiderio e volontà di “creare” l’uomo non aveva certo in animo di “crearci” dei problemi , bensì di offrirci delle possibilità e delle opportunità di vivere in amore nutrendo fiducia nell’intelligenza della sua creatura. Infatti il primo comandamento che da alla coppia “originale” è “crescete” (che etimologicamente deriva dal verbo “creare”, quasi a voler dire “portare avanti  ciò che è stato creato”) Soltanto che, anziché ubbidire accettando la “realtà” del progetto di vita che consisteva nel fare tutto il bene possibile non provandoci nemmeno a fare il male (anagramma di “mela”), Adamo ed Eva  (volendo essere “originali”) disubbidirono credendo che  anche il male si potesse fare bene… “creandosi” così un grossissimo problema trasmesso fino ad oggi…

Ma torniamo al nostro tema. Chi non ha “problemi” in famiglia? Chi non ha a che fare con mariti taciturni  o espansivi, con mogli petulanti  o perfezioniste, con figli riottosi  come capre,  con adolescenti dall’umore intermittente, con parenti “serpenti”, con suocere (basta la parola… e ci sarà una ragione!), con cugini rompiscatole,  con nonni lamentosi e, perché no, con preti  dalle omelie che non

 

finiscono mai, con catechiste che non vedi l’ora di fare la prima Comunione per togliertele di torno, con suore inclini  all’accanimento educativo…

Ebbene, potrebbe rappresentare  una svolta nella propria vita se, volendo risolvere alcuni problemi o decidendovi di conviverci  accettandoli “realisticamente”, si facesse costante riferimento a quelle tre espressioni di Gesù. Si potrebbe cioè guadagnare in serenità di vita relazionale (tanto, alternativa non c’è… checchè ne dicano alcuni psicologi  non ancora sufficientemente sensibili alle istanze della “psicologia dello spirito”) qualora si cercasse, nel qui ed ora della quotidianità più semplice, “prima di tutto il Regno di Dio”, se soltanto si contasse veramente sulla sacramentalità della “fraternità” non dimenticando il fatto che quella sera magica del giovedì santo l’invenzione  dell ‘Eucaristia è avvenuta parallelamente alla trovata della “lavanda dei piedi” (che rispetto all’esperienza piacevole del “cenare insieme a Gesù nutrendosi  di  Lui” presentava aspetti poco piacevoli… se non addirittura di cattivo gusto,  nel bel mezzo di una cena…). Questo potrebbe voler dire che “eucaristia e fraternità” sono inseparabili… se no si creano problemi nei rapporti, così da far dire al solito pensatore paradossale: “Ogni  incontro con Dio è preghiera, ma non ogni  preghiera è incontro con Dio”. Si risolverebbero cioè tanti “problemi relazionali” (fuori e dentro la famiglia) se non si lasciasse mai Gesù fuori dalla porta o all’angoletto e se si mettesse la linfa della mitezza e dell’umiltà in tutti i nostri comportamenti

Se invece prima del Regno di Dio mettiamo, più o meno consapevolmente altro (sistemazione,  prestigio, carriera… insomma il proprio “io” al posto di Dio) o se ascoltiamo di più il tentatore (che direbbe “imparate da me che sono “bravo” e quanta antipatia dovrebbe suscitare chi parla così… anziché seguire  Gesù che dice “imparate da me che sono mite e umile di cuore”) o se nutriamo di più l’amor proprio che non l’amore fraterno, allora sì che si peggiorerebbe la situazione relazionale…

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A PROPOSITO DI “TENEREZZA”…..

Una condivisione di emozioni spirituali a proposito di “tenerezza”… Ho avuto la fortuna di aver incontrato molti anni fa padre Luciano Cupia (Oblato Maria Immacolata e  fondatore nel 1966 del Centro  LA FAMIGLIA  a Roma) che indicava i tre pilastri per un buon matrimonio:: Trasparenza, Tolleranza, Tenerezza… A queste tre T mi venne spontaneo aggiungere dopo alcuni anni,  tre C (Comunicare, Condividere, Convivere) che rappresentano l’ossatura di questi tre pilastri. Come dire che per una sana vita relazionale serve Comunicare con Trasparenza, Condividere con Tolleranza e Convivere in Tenerezza…Poi, più avanti negli anni ho incontrato Don Carlo Rocchetta che nei pressi di Perugia ha fondato l “Casa della Tenerezza”… che recentemente mi ha regalato il suo ultimo libro (ne ha scritti un sacco e tutti bellissimi) dal titolo ABBRACCIAMI, per una terapia della tenerezza (saggio di antropologia teologica) edizioni EDB.  Questi incontri dislocati negli anni sono stati legati curiosamente (lo Spirito Santo è spiritoso!!!) e concretizzati nel senso di un servizio alla causa del Regno di Dio grazie ad  un caro amico fratello prete (adesso monsignore e vicario episcopale ad Albano) don Carlino Panzeri.  Adesso sento Papa Francesco con soavità sorridente parlare di “tenerezza”…. Ditemi che sono fortunato, che sono un privilegiato, che mi sono montato la testa,… ditemi quello che volete, ma continuerò a volervi bene e a chiedervi di fare altrettanto con me. Ciao

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CHE DIFFERENZA C’E’ TRA “andare contro” e “andare oltre” l’ostacolo?

(Metafora notturna per politici intelligenti… esclusi alcuni))

In una corsa ad ostacoli dove lo scopo è il raggiungimento del traguardo, cosa direste se i concorrenti si accanissero ad “andare contro gli ostacoli” o peggio se perdessero tempo ad “andare” gli uni “contro” gli altri?

Lettura psico-emotiva del “contro” (per tutti… esclusi alcuni psicologi): molti psicologi sostengono che andando “contro”  qualcuno, paradossalmente, lo si rinforza.

Lettura spirituale del “contro” (soltanto per credenti intelligenti…nessuno escluso):  ad inaugurare l’andare “contro” è stato Satana. Dio non va contro nessuno, ecco perché “va” alla grande!  Dio è “oltre” e là lo si trova… Se soltanto lo volesse, potrebbe azzerare tutto quanto gli rema contro, ma non può volerlo, essendo stata  la sua “opzione fondamentale creatrice” quella dell’agire “per”.  Su questo crinale è situato stabilmente il mistero della liberta.

Cari amici, quando certi pensieri spingono per voler uscire dal carcere della mia piccola testa… io li lascio uscire. Anche per far posto ad altri!

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