Archivi del mese: ottobre 2014

CIAO GIGI….

E’ venuto a mancare il mio amico Gigi Cortesi (vedi suo blog), noto psicoterapeuta e scrittore di Bergamo: Che bello aver condiviso con lui l’amicizia e la collaborazione con don Carlino Panzeri… Adesso che è finalmente libero da tutto quanto frena la volontà di bene dell’essere umano… confidiamo che continui a darci una mano. Ciao Gigi

                                              IL  MORIRE…

 

Cos’è il morire?

Me ne sto sulla riva del mare, una nave apre le vele alla brezza del mattino e parte per l’oceano.

E’ uno spettacolo di rara bellezza ed io rimango ad osservarla fino a che svanisce all’orizzonte e qualcuno accanto a me dice: “E’ andata!”.

Andata! Dove? E’ sparita dalla mia vista: questo è tutto.

Nei suoi alberi, nella carena e nei pennoni essa è ancora grande come quando la vedevo, e come allora è in grado di portare a destinazione il suo carico di esseri viventi.

Che le sue misure si riducano fino a sparire del tutto è qualcosa che riguarda me, non lei, e proprio nel momento in cui qualcuno accanto a me dice: “E’ andata!” ci sono altri che stanno scrutando il suo arrivo, e altre voci  levano un grido di gioia: “Eccola che arriva!”:

E questo è il morire.

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                                        SONO NELLA STANZA ACCANTO…

 

La morte non è nulla. Sono solo scivolato nella stanza accanto. Io sono io e tu sei tu.

Quello che eravamo l’uno per l’altro, lo siamo ancora…

Chiamami col mio solito nome. Parlami nel modo in cui eri solita parlarmi…

Non cambiare il tono della tua voce. Non assumere espressioni forzate di solennità o dispiacere. Ridi come eravamo soliti ridere dei piccoli scherzi che ci divertivano.

Gioca…sorridi…pensami…prega per me

Lascia che il mio nome sia  la parola familiare che è sempre stata.

Lascia che venga pronunciato con naturalezza, senza che in esso vi sia lo spettro di un’ombra

La vita ha il significato che ha sempre avuto. E’ la stessa di prima. Esiste una continuità mai spezzata.

Che cos’è la morte se non un incidente insignificante?

Dovrei essere dimenticato solo perché non mi si vede?

E’ un intervallo, sto solo sorridendoti, da qualche parte molto vicino, proprio dietro l’angolo.

Va tutto bene.

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                                                  SE CONOSCESSI..

 

Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami.

Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio, nella sua sconfinata bellezza…

Le cose di un tempo sono così piccole al confronto!

Mi è rimasto l’amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini.

Vivo in una gioia purissima.

Nelle angustie del tempo, pensa a questa casa dove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore infinito.

Non piangere, se veramente mi ami…

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“Ogni tanto mi sorprendo a fantasticare sulla vita eterna e a immaginare come sarà e allora  mi pare di scoprire il segreto che sta dietro questo enigma: immagino che l’uomo subito dopo la sua morte si incontri con Dio, e che entrambi si abbraccino, scoppiando in una grande risata…poichè tutti e due in quel momento scoprono che era così semplice e così bello e che hanno giocato bene il loro gioco e che questo gioco era degno di essere giocato.” (Parazzoli)

 

                                         SE MUOIO…

 

“Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura,

che tu possa risvegliare la furia del pallido e del freddo,

da sud a sud alzare i tuoi occhi indelebili,

da sole a sole suonare la tua bocca di chitarra.

Non voglio che vacillino il tuo riso né i tuoi passi,

non voglio che muoia la mia eredità di gioia,

non bussare al mio petto, sono assente.

 

Vivi nella mia assenza come in una casa.

E’ una casa così grande, l’assenza,

che entrerai in essa attraverso i muri

e appenderai i quadri nell’aria.

E’ una casa così trasparente, l’assenza,

che senza vita io ti vedrò vivere

e se soffri, amore mio, morirò nuovamente.”

                              

                                                   (poeta sconosciuto)

 

 

LA MORTE E’ LA CURVA DELLA STRADA, MORIRE E’ SOLO NON ESSERE VISTO, SE ASCOLTO SENTO IL SUO PASSO ESISTERE COME IO ESISTO. (E. Pessoa)

 

 

 

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PIETRO AVANTI

Ecco il nostro carissimo nipotino nato il 21 settembre 2014 da mamma MORGANA e papà FRANCESCO. Che gioia!

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Vuoi vedere che adesso…

Vuoi vedere che adesso qualche giudice carneade se ne uscirà con il “diritto a nascere”? Sì perchè con tutto quel parlare in termini di “diritti” (civili, incivili…) e dopo aver sentito, a proposito di eterologa, un tizio togato affermare “Nessuno può negare il diritto alla genitorialità”” c’è da aspettarsi di tutto. Ma non è un “dono” il poter essere “procreatori”? Ma non è un dono tutto quanto, a partire dal dono di nascere? Sta di fatto che la cultura “ludica” odierna (è tipico del bambino pretendere come diritto quallo che gli nasce come desiderio) che trasforma in diritto quello che avverte come desiderio e pretende capricciosamente che gli venga soddisfatto subito, ha portato a questo punto… Ciò che piace, che si desidera si trasforma magicamente e tragicamente in diritto. Ma dove sta scritto? Non certamente nekla natura… L’oscillazione poi tra il sì al “figlio ad ogni costo” e il “no al figlio perchè costa” fa venire le vertigini a chi ha ancora un po’ di cervello. Dirò di più a proposito del “sento desiderio quindi ho diritto”… dirò di più a proposito della attrazione onmosessuale… Non vorrei che sotto sotto ci fosse questo sotterranea e frettoloso modo di ragionare…”Siccome sento attrazione per persone del mio sesso sono  omosessuale”. Ci risiamo con il “sento quindi sono”. Lo dice tutta la letteratura scientifica seria che il periodo di latenza dove l’attrazione sessuale è ancora ondivaga è piuttosto lungo prima di determinarsi e focalizzarsi equilibratamente non deve indurre a frettolose e incongrue conclusioni sul piano della “identità sessuale”. Andiamoci piano con la dialettica deficiente neppur tanto Cartesiana del “sento quindi sono”…La cultura “ludica” e “frettolosa” dell’uomo moderno (moderno vuol solo dire “moda di oggi”…e basta ed è un po’ poco a livello di cultura seria)  finisce per tirarsi la zappa sui piedi addirittura giusitificando questo come “diritto”. Siamo al paradosso… A livello del profondo (spirituale) è come rivendicare il “diritto a peccare”… A questo punto il sindacalista di turno proporra il “sindacato dei peccatori”…

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