Ai piedi della grande montagna vicina al villaggio, Yamatsumi martellava con forza la roccia, ma la fatica era tanta e il sole picchiava impetuoso. Poco più a valle scorreva il via vai della gente e passavano i palanchini con i notabili del paese sotto una tenda di seta rossa. Yamatsumi nel vederli alzava gli occhi al cielo e sospirava: “Potessi essere ricco anch’io e viaggiare, in un palanchino, sotto una tenda di seta rossa!”. Il suo desiderio fu accolto e Yamatsumi si ritrovò in un palanchino sotto una tenda di seta rossa. Ma il sole continuava a saettare, la gente ansimava e tutto bruciava dalla sete. Yamatsumi si sentiva deluso ed impotente. Tirò fuori la testa dal suo palanchino e disse: “Vorrei essere io il sole!”. Il suo desiderio fu di nuovo esaudito e Yamatsumi fu il sole: da mattina a sera disperdeva l’oscurità, donava luce e calore, dal cielo dominava incontrastato su ogni cosa. Ma una mattina, tra lui e la terra, si insinuò una nube che imprigionò i suoi raggi. Inutilmente Yamatsumi si agitò, scaglio i suoi dardi infuocati, cercò di dissolvere la nube. Alla fine, vistosi sconfitto, disse: “Voglio essere la nube!”. ”Sia fatto come tu vuoi”, gli fu risposto. E Yamatsumi fu una nube capace di fare il bello ed il cattivo tempo, pronta a dispensare la pioggia e la neve a suo piacimento e a contrastare, senza alcun timore, il dominio del sole. Ma un giorno si trovò a passare accanto alla vetta rocciosa di un’alta montagna. Yamatsumi percepì subito quella presenza come una sfida, raccolse tutte le sue forze e si scagliò con violenza contro la roccia: vento, pioggia, grandine, tuoni, saette… La montagna rimaneva là superba e immobile, nel suo atteggiamento di sfida. Yamatsumi allora, al colmo dell’ira, gridò: “Voglio essere la montagna!”. E così fu. Una montagna maestosa e svettante, avvolta nella sua superba bellezza. E passarono i giorni. Una mattina arrivò qualcuno armato di mazza e scalpello che cominciò a colpire ai piedi la montagna. Mentre i pezzi si staccavano, Yamatsumi si piegò e vide di lontano un uomo che, battendo con la mazza e il martello, faceva tanti blocchi e li accatastava l’uno sopra l’altro. “Chi è quel piccolo essere che osa dilaniarmi brano a brano? Voglio essere io quell’uomo!”. E Yamatsumi continuò ad essere lo spaccapietre di un tempo, ma finalmente felice e contento. (Novella giapponese)