“FINALMENTE HO TROVATO QUALCUNO CHE HA SAPUTO ASCOLTARMI…”
( Giornata Nazionale della Consulenza Familiare)
22 maggio 2021
Proprio così dicono ai Consulenti Familiari alcune persone che cercano ascolto nei vari Consultori Familiari e Centri di Consulenza Familiare.
Ed allora vale la pena di proporre qualche considerazione sul tema dell’ascolto… a patto che chi legge abbia desiderio di ascoltare.
Scrive paradossalmente Perls: “Non c’è peggior sordo di non vuol … vedere”, lasciando intendere che la capacità di ascolto fa parte di quell’insieme di capacità artistiche ereditate dalla nascita, ma che, se non sviluppate attraverso un umile e costante tirocinio di maturazione, difficilmente potranno diventare strumento privilegiato per la professione di ascoltatore.
Ed è proprio dal 1976 che tale tirocinio di formazione viene garantito dalle varie Scuole di Consulenza Familiare (SICOF) presenti in Italia.
Un tirocinio di formazione, riconosciuto dall’AICCeF (Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari) che inizia nel 1976 ad opera del Centro Famiglia di Via della Pigna 13/A di Roma e che via via viene adottato da molti Consultori in tutta Italia.
“Saper parlare è dono di molti. Saper tacere è saggezza di pochi. Saper ascoltare è generosità di pochissimi”.
Chi può negare la verità di queste limpide parole del nostro scrittore Nino Salvaneschi? L’ascolto è una riserva di valori.
Ascoltare qualcuno è riconoscere che ha importanza per noi, che merita essere preso sul serio, è dimostrargli che siamo disposti a dargli una mano, è in anticipo di fiducia.
Ascoltare, dunque, e non solamente “sentire”. Sentire è in problema di acustica (anche gli animali “sentono”).
Ascoltare è lasciare che le parole dell’altro penetrino in noi nel profondo e vi risuonino dentro con tutta la loro forza.
Ascoltare è un’arte:
- Si ascolta senza sbirciare l’orologio.
- Si ascolta con gli occhi accoglienti che fanno capire a chi parla che rappresenta il mondo.
- Si ascolta con simpatia, anche se non sempre si è d’accordo.
- Si ascolta senza interrompere tutti i momenti e neppure dando subito giudizi.
Se tale sarà l’ascolto, regaleremo al nostro interlocutore una straordinaria esperienza umana, così soddisfacente da diventare addirittura indispensabile. Lo prova questa favola.
Tanti anni fa vivevano in Cina due amici. Uno era molto bravo a suonare l’arpa. L’altro era molto bravo nell’ascoltarlo.
Quando il primo suonava o cantava una canzone che parlava, ad esempio, della montagna, il secondo diceva: “Vedo la montagna come se l’avessi davanti”.
Quando il primo suonava a proposito di un ruscello, quello che ascoltava diceva estasiato: “Sento scorrere l‘acqua tra le pietre!”.
Ma un triste giorno quello che ascoltava si ammalò e morì. Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più.
Ecco, esistiamo veramente, soltanto se qualcuno ci ascolta. (Pino Pellegrino)