A proposito di linguaggio e di uso omogeneo del medesimo da parte della cultura “politico – ideologica” dominante (distanziamento sociale, assembramento… e via di seguito), ricevo da Mary, una mia carissima amica veneta, una geniale proposta innovativa…
Perchè al posto di usare una terminologia al negativo (che induce sempre paura e sospetto reciproco) non si adotta una terminologia positiva? Quale? Questa: al posto di “distanziamento sociale” si potrebbe dire, suggerisce Mary, “vicinanza prudente” . Chiedo ai giornalisti un po’ di fantasia comunicazionale creativa . Lo chiedo ai giornalisti perchè con i politici la partita è già persa da quel dì!