“SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE…”

E’ il tema svolto a 16 anni, nel 1992 da Chiara Avanti, alunna del liceo psicopedagogico delle Immacolatine di Via Monza  (Roma).

   Sento in giro che devo fare un lungo viaggio… sto qui dentro da nove mesi e non vedo proprio il motivo di uscire. Le voci di papà e mamma, che ormai riconosco perfettamente, non fanno altro che confermare quello che prima era un presentimento e che ora è certezza… la mia uscita da qui. Non so quello che c’è fuori, non mi interessa scoprire cose nuove, so soltanto che questo mio letto all’interno di mia madre ha tutto quello di cui ho bisogno. Mi piace moltissimo quando la mamma si ferma e mi accarezza… desidererei tanto vederla, capire come è ed in quale zona di lei mi trovo; anche papà deve essere simpatico, strano che lo sento solo poche volte… lavora, dice, e torna tardi. Ora c’è silenzio, mamma è ferma da più di due ore, credo che dorma. E’ bello quando dorme, posso scalciare contro le pareti della mia stanza senza che le mani di tutti si posino su di me… Che ci troveranno di tanto strano in due o tre calci? E poi… mica lo faccio sempre apposta, certe volte m’intreccio tutta e mi slitta qualche piede. Una che non mi sta tanto simpatica è “stai per diventare nonna”; telefona tutti i minuti ed ogni volta vuole sapere quando uscirò; secondo me è lei che ha fatto in modo che io lasciassi la mia casa, avrà parlato con qualche direttore e sarà riuscita con l’inganno ad ottenere lo sfratto. Comunque, uscire da dove sono, non mi sembra difficile, il problema secondo me è entrare nella nuova casa…Quando sono arrivata qui dentro sicuramente dormivo, perchè non ricordo nulla, ma questa volta terrò gli occhi bene aperti, voglio gustarmi tutta la scena.

Adesso la mamma si è alzata; ci credo è arrivata quella rompiscatole di “staiperdiventarenonna”… deve essere anche cieca, continua a chiamarmi passerotto, cuccioletto, micino…Ah, me ne sono accorta io della differenza tra la voce del passerotto e quella del micino; non vedo come non possa riuscirci lei; d’altronde sarò anche piccola, ma credo di essere una cosa sola, magari un cuccioletto… anche perchè è l’unico che non ho mai sentito! Ma, non capisco cosa sta succedendo, è la prima volta che fa così freddo… così all’improvviso mi è arrivata una folata di vento gelido… ma cosa succede?… ora traballo, come una palla…sta correndo, mamma sta correndo ed io mi sento tutta sottosopra: Sento urlare da tutti_ “E’ il momento, sta per nascere”. Forse sto per uscire, ma sì, nascere ed uscire è la stessa cosa. Oddio, dove andrò, no, non voglio andar via, mamma…

E’ una notte d’inverno ed è incominciato il mio viaggio; sono un viaggiatore, ho appena il tempo di salutare la mia stanza, di prendere le mie cose, di riordinare tutto… sento che mi mancherà tantissimo questo posto… ma ora è tempo di andare. Pian piano comincio a scendere, sono a testa in giù, il corridoio è lungo, strano che non mi sia mai venuto in mente di visitarlo, era sempre parte della mia casa, peccato! Ora qualcosa mi ha preso la testa, mi tira, la mia mente sta per svenire, non ricordo più nulla, chi sono, cosa…uè, uèè,uèè…

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