PER UN LIETO NATALE
La ricchezza
Poco prima di Natale, la maestra rivolse due domande: “Chi considerate povero tra di voi? E chi dovrebbe ricevere un regalo a Natale?”.
I bambini che i consideravano poveri alzarono la mano. La città era piccola e si conoscevano tutti. Non solo per nome, ma si sapeva anche dove uno viveva, che cosa faceva, chi erano i suoi parenti e quanti soldi aveva.
Dopo la scuola la maestra chiamò nel suo ufficio Dini, un bambino di otto anni.
I suoi genitori erano arrivati dall’Africa da poco tempo e tutti sapevano che erano poverissimi.
Lo fece sedere e gli chiese come mai non avesse alzato la mano. Dini rispose: “Perché non sono povero”. “E chi è povero, secondo te?”. “I bambini che non hanno i genitori”.
La maestra lo fissò sbalordita, in totale silenzio e poi lo congedò. L’indomani il padre di Dini tornò a casa con un largo sorriso stampato sulla faccia. Disse che la maestra era andata a fargli visita sul posto di lavoro. “Dovremmo essere molto fieri di nostro figlio”, aggiunse e riferì alla moglie che cosa gli aveva detto l’insegnante.
La vigilia di Natale, Dini ebbe il suo pacco regalo. Conteneva due paia di scarpe nuove di zecca, uno per lui e uno per la sorellina. Non avevano mai avuto un paio di scarpe nuove.
Ma se anche non fosse arrivato il regalo, Dini sapeva che la sua famiglia era la più ricca del mondo. (Bruno Ferrero, C’E’ ANCORA QUALCUNO CHE DANZA, LDC)
IL MESSIA E’ IN RITARDO
Ad una “comunità di base” molto osservante fu annunciato che nella notte solenne di Natale il Messia sarebbe di nuovo arrivato. Avrebbe ricominciato la sua missione proprio dalla loro comunità. Il giorno della vigilia si radunarono tutti. Le donne avevano preparato il cenone osservando ancora più scrupolosamente le prescrizioni della tradizione, gli uomini avevano provato a lungo la musica, i canti. Sapevano che in quella notte, finalmente, il Messia sarebbe ritornato. La festa cominciò.
Mezzanotte: di lì a poco l’avrebbero visto! L’una del mattino: il suo arrivo era imminente. Le due: i cuori battevano più forte. Le tre: la stanchezza cominciava a farsi sentire. Le quattro: alcuni cominciarono a perdersi d’animo. Le cinque: sonnecchiavano e sbadigliavano tutti. Non arrivava ancora.
A mezzogiorno, quando ormai nessuno lo aspettava più, il Messia bussò finalmente alla porta!
Entrando disse educatamente: “Chiedo scusa, ma ho incontrato un bambino che piangeva e mi sono fermato a consolarlo”.
Finché ci saranno bambini che piangono il Messia non arriverà. (Anonimo)
QUALCHE RISATA
Ti auguro, dopo il cenone di Natale, di poter sempre entrare nel vestito dell’anno precedente, di avere entusiasmo anche sulla poltrona del dentista, di trovare sempre un posto libero al parcheggio, di anagrammare “galleria” in “allegria”, di vedere nero soltanto quando è buio, di parlare solo quando il cervello è inserito.
In questo tempo di ristrettezze economiche la moglie al marito: “Cosa mi regali per Natale?”. Il marito: “Il prossimo anno un paio di orecchini preziosi”: “E quest’anno?”. ”I buchi nelle orecchie”.
A Natale gli angeli si affacciano dal cielo per fare compagnia agli uomini. Due con camicino bianco, aureola ed ali sono seduti su una nuvoletta. Il primo: “Ma tu sei nuovo, non ti avevo mai incontrato. Come mai ti trovi qui?”. “Eh, lo devo a mia moglie”. “A tua moglie?”. “Certo, stavo guidando e lei mi ha detto: “Se mi lasci il volante, sei proprio un angelo”. E infatti!
“Papà, che cosa ci vuole per essere felici tutto l’anno e non solo a Natale?”.
“Figliolo, ci vogliono due cose: la salute e un buon lavoro” “E tu hai queste due cose?”. “Io ho una buona salute e tua madre un buon lavoro”.
La vigilia di Natale un uomo, dopo tanti anni, va a confessarsi. Finita la lista dei peccati, il confessore gli chiede: “E di buono che cosa ha fatto?”. “Io di buono ho fatto il cappone bollito per domani, perché l’arrosto non mi piace”.
Durante il concerto di Natale, uno dei presenti si rivolge ad un distinto signore che gli è seduto accanto: “Santo cielo, che strazio! Mai sentita una cantante solista così stonata”. “Guardi – gli risponde il signore – la cantante è mia moglie”. Per rimediare alla grossa gaffe, l’uditore tenta una giustificazione: “Veramente la cantante non sarebbe male se potesse cantare della buona musica. I brani interpretati sono noiosi ed orribili”. “Davvero? Il compositore sono io”.
Un vecchio rabbino piangeva a dirotto e si lamentava con Dio. Un giorno il Padreterno gli apparve dicendogli: “Ma che cosa sono questi lamenti interminabili?”. E il rabbino: “Oh, Signore mio, sono l’uomo più sfortunato del mondo. Il mio unico e diletto figlio si è fatto cristiano ed anche prete”. Il buon Dio gli rispose: “Eh, solo per questo fai tante storie? Allora, non sai che cosa è successo a me col mio unico figlio?”. “Cosa è successo, mio Signore, cosa è successo?”. E Dio: “Si è fatto uomo, è nato in una stalla e, per di più è anche ebreo”. Il rabbino: “E come hai rimediato, mio Signore?”. E il Creatore: “Sono stato costretto a cambiare e a scrivere un Nuovo Testamento”.
Per Natale le tre Persone Divine, come ogni anno, si confidano le rispettive visite strategiche da fare sulla terra. Il Padre dice: “Io vado in India per coltivare il seme fecondo seminato da Madre Teresa in mezzo ai più poveri. Il mondo ha bisogno di vedere che Dio è veramente loro Padre”. Gesù dice: “Io torno in terra santa, a Betlemme. Da duemila anni non c’è pace in quella terra. Forse adesso è il momento giusto e opportuno per rievangelizzare il mondo”.
Lo Spirito Santo dice: “Io vado in Vaticano. Ho sentito dire che è il centro della cristianità, ma io non ci sono mai stato”.