MEMORIA CHE CONDIVIDO IN LETIZIA…
Si tratta di alcuni anni fa. Vengo raggiunto a telefono dall’allora Vescovo Luigi Moretti che mi avverte di una telefonata in arrivo da parte dell’assessore alla Cultura del Comune di Roma (una donna) per un invito a partecipare ad una iniziativa particolare riguardante eventuali incontri di formazione per coppie intenzionate a sposarsi civilmente.
Con una precisazione curiosa, continua il Vescovo: “Siccome vuole essere una iniziativa “laica”, ma non possono fare a meno della presenza di un cattolico, sappi che il tuo nome non apparirà nel cartellone pubblicitario (poco male, la vanità non è mai stata il mio forte…) e non percepirai alcunché in termini di “compenso”. (“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…”).
Accetto e rimango in attesa della telefonata dell’assessore, telefonata che arriva presto per invitarmi a una delle serate dedicate appunto all’argomento di cui sopra.
Anche qui con una precisazione: “Mi raccomando, dottore, il suo deve essere un discorso “laico”. Accetto e rimango in attesa del giorno fatidico.
Oltre al sottoscritto (che avrebbe parlato per ultimo, ovviamente) quel pomeriggio dovevano prendere la parola (e vi lascio immaginare come) Marisa Laurito, una attrice di cui non ricordo il nome (che citava Bertinotti nel suo dire), un avvocato, Simona Izzo e Ricky Tognazzi (che mi si presenta dicendomi spiritosamente: “Io, grazie a Dio, sono ateo” , alla quale battuta rispondo: “Sempre una grazia, comunque, per la quale ringraziare”).
Per farla breve, arriva il mio turno. Osservo l’assessore che, con gesti comprensibili solo da me, mi vuole ricordare la questione “laicità”. Le sorrido per tranquillizzarla.
C’è una lavagna nera dietro le mie spalle, una di quelle di una volta. Prendo il gesso e senza neppure dire una parola o perdermi in convenevoli con il pubblico (ci sono più telecamere che persone in sala…) inizio a scrivere questa frase: “L’amore adulto e maturo è la capacità di stabilire una relazione affettiva duratura e stabile”.
Mi giro di scatto verso il pubblico e chiedo di quale autore potrebbe essere questa frase. Le risposte sono: “Papa Wojtyla, Sant’Agostino, qualche scrittore cattolico…”!
Vedo l’assessore farsi pensierosa e preoccupata. La rassereno con un sorriso ammiccante e, immobile e con lo sguardo fisso nel vuoto per circa 15 secondi perchè il silenzio prenda finalmente il suo posto d’onore, mi rigiro verso la lavagna nera e scrivo il nome dell’autore: “Sigmund Freud”.
L’assessore si rilassa e mi sorride, le faccio l’occhiolino… Il resto lo lascio immaginare. Alla fine di tutto, noto gente chiedere autografi agli artisti famosi presenti. Al sottoscritto “cattolico in incognito” viene invece richiesto dove lavora, se la posso incontrare, se ha uno studio…. Così è la vita!
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(www.gigiavanti.com)