TOSSICODIPENDENZA…IDEODIPENDENZA
Farsi una canna e poi un’altra e poi qualcosa di più… può portare alla tossicodipendenza.
Farsi una idea e poi un’altra e poi qualcosa di meglio… può potare alla “ideodipendenza”?
E’ una domanda un po’ provocatoria indotta dal constatare come ognuno, giustamente, sia attaccato alle proprie idee.
La parola “idea” è imparentata con la parola “veduta” e già balza alla memoria il detto: “Quello che vedi dipende da come guardi”.
La dinamica attraverso la quale “ci si fa una idea” è quindi comune a tutti e quindi tutti dovrebbero avere le medesime idee . Come mai invece no? Probabilmente lo si deve al fatto (più emozionale che razionale), che piano piano ci si innamora della propria idea fino al punto da esserne talmente presi da diventare “dipendenti”… un po’ come accade per tutte le dinamiche della “dipendenza”.
Va poi ricordato che i modi di sostenere le proprie “idee” sono sostanzialmente due: c’è il modo “tollerante” delle idee altrui e c’è quello (molto più diffuso) “intollerante” (aggiungerei “arrogante”, “saccente”, dalla “puzza sotto il naso”, che irride o deride l’altrui idea…o peggio l’altro).
Comunque sia, “l’ideodipendenza” , può diventare una patologia seria in grado dir compromettere l’intero funzionamento del pensare.
La cura (anche preventiva) consiste semplicemente in un tuffo di umiltà nell’ immenso oceano dell’infinito.