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DALLA RIVISTA   SE VUOI   traggo questa mia risposta alla seguente simpatica domanda di Chiara e Filippo: “STIAMO INSIEME DA UN PO’ DI TEMPO. COME POSSIAMO ESSERE SICURI DI ESSERE FATTI L’UNO PER L’ALTRA”?

Mi piace immaginare cosa avrebbe potuto rispondere il Creatore qualora si fosse sentito rivolgere questa medesima domanda da parte di Adamo ed Eva… e soprattutto mi piace immaginare la sua faccia … che vedo comunque sorridente. Qui però l’immaginazione si fa evanescente e lo scenario nebbioso, non al punto però di impedirmi di udirlo sussurrare: “Crescete…” .

E così ricordo che la parola “crescere” è etimologicamente imparentata con la parola “creare” e significa semplicemente “portare avanti quello che è stato creato”. Come dire che soltanto maturando il seme del vostro incontro (Tagore direbbe di fare memoria dello “stupore del primo incontro”) avrete via via la rassicurazione di essere fatti l’uno per l’altra. Una rassicurazione dinamica, spalmata nel giorno dopo giorno del vostro eterno amarvi, proprio perché è nella natura dell’amore non fare calcoli preventivi o prove propedeutiche alla scelta.  “L’amore è come la morte, non si può provare”, ammonisce il saggio, ed aggiunge: “Il cuore ha delle ragioni che la ragione non capisce”. E’ iscritto nel DNA dell’amore, infatti,  ( curioso acrostico  di Destino Naturale Amore…) di evitare ubriacature razionali.  Cosa potrebbe rispondere, infatti,  il “cuore” se la ragione gli chiedesse “spiegazioni”, gli chiedesse di “capire” questa sua natura di gratuità assoluta di volersi donare senza garanzie preventive di riuscita?  Gli potrebbe forse rispondere, senza offenderla: “Anche se te lo spiegassi, non potresti capire”.   Chi ama, arriva sempre a capire… ma chi aspetta di capire prima di decidersi ad amare potrebbe non arrivare mai a capire…   Un recipiente poco “capiente” non può contenere l’infinito… E poi si impara ad amare, amando, così come si impara a vivere vivendo…

Come mai allora ad Adamo ed Eva è andata buca, pur essendo stati fatti su misura l’uno per l’altra?  E come mai il disastro relazionale  accaduto  loro continua ad accadere in tante e tante relazioni uomo-donna? Sant’Agostino avrà modo di dire in un altro contesto: “Omnis homo Adam…( ogni uomo è un Adamo)”  lasciando intendere che quanto è successo alla coppia originaria continua ad accadere. Quale è stato l’errore di partenza originario? Certamente la pretesa di essere “originali” , la presunzione di voler fare di testa propria anziché di fare come Dio comanda, ha fatto sì che anche il peccato fosse “originale”!

 Ma quale è l’anima nera di questo peccato? E’ quella di aver operato una frettolosa scelta ”individuale” in un contesto di “relazione”. Eva vede un frutto, gli piace, se ne innamora e lo coglie… e, quel che è peggio, obbliga Adamo a “condividerlo”. Perché non comunica, prima, al suo uomo la sua intenzione? E come mai il suo uomo  subisce cos’ passivamente la scelta individuale della sua donna?  Non è quello che accade anche a tante coppie “litigiose” e poco capaci di comunicazione e di ascolto reciproco?

C’è molto lavoro per consulenti familiari, mentre per voi, carissimi Chiara e Filippo, c’è soltanto l’indicazione operativa di verificare se nella vostra attuale vita di relazione non vi sia frequente prevaricazione di un “io” sul “tu”… Perché l’amore cresca, infatti, occorre che l’io diminuisca,  perché il “noi” della relazione cresca occorre che l’incontro dell’io e del tu avvenga sempre nella trasparenza della comunicazione, nella tolleranza della condivisione, nella tenerezza della convivenza….

Cercate di verificare, senza ansia però, se nella vostra relazione è presente il rispetto delle regole della vita di relazione … che sono fondamentalmente  l’accettazione dell’altro così come è e, cosa quasi sempre in ombra in certe scelte, la progettualità condivisa di vivere il progetto matrimonio e la vita di relazione che ne è la caratteristica genetica, come Dio comanda… e  non come comandano altri “io” (uno dei due, il capriccio del sentimento, la cultura, il costume odierno, i suoceri…). “Cosa dobbiamo fare perché il nostro amore duri?” chiesero due coniugi al saggio. Ed egli rispose: “Amate insieme altre cose”. Che richiama anche Saint-Exupery: “Amare non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme nella stessa direzione” E Dio è Relazione d’ Amore. Scegliere una vita di relazione comporta l’accettazione e il rispetto delle sue dinamiche intrinseche,  così come la scelta di pedalare in tandem comporta, giocoforza, la accettazione incondizionata delle  sua struttura e della sua dinamica… se non si vuole franare a terra per voler pedalare di testa propria… e litigando cronicamente dando la colpa all’altro!

 La vita di relazione è descritta da questi tre verbi: convivere, condividere, comunicare.  Una con-vivenza sana e decente (da ricordare che l’amore è una modalità relazionale che funziona bene soltanto con il “per sempre” direbbe la Brancatisano)  è possibile solamente grazie a una condivisione di tutto (ciò che non si condivide, divide la coppia) mediante l’uso intelligente e adulto dello strumento della comunicazione (e non si può comunicare come ci pare pretendendo che l’altro comunque capisca…)

Siete fatti l’uno per l’altra, cari Chiara e Filippo, se insieme vi sentite reciprocamente e umilmente fatti per il matrimonio… e se tenete conto che la realtà più grande alla quale fare riferimento è quella del Regno di Dio… così come ha detto Gesù: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e il resto vi verrà dato in sovrappiù”.  E in quella parola “resto” ci sta sicuramente anche la risposta alla vostra bella  domanda. Probabilmente non siete stati voi ad aver scelto il matrimonio,  ma il matrimonio ad aver scelto voi… E quindi di conseguenza ricordate che non è il matrimonio a rendere felice chi si sposa, ma sono i due che si sposano a rendere felice… (o tragico) un matrimonio. L’amore non muore mai di morte naturale. Quando  muore è segno che, i due, pur essendo fatti l’uno per l’altra, non sono “cresciuti” insieme…nella consapevolezza che tutto è grazia e che di tutto va detto “grazie”.

                                                                                         iGigi Avanti, consulente familiare)

Suggerimenti bibliografici

Gianfranca Antolini – Gigi Avanti, SIAMO TROPPO DIVERSI (E.P.)

Gigi Avanti, AMORE GIOVANE (E.P.)

Eleonora Canalis, SE MI AMI SAI COSA DIRMI (E.P.)           

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