IL SEGRETO DEL POZZO (“Sappi che quando l’uomo si ostina a cambiare qualcosa negli altri, è qualcosa in se stesso che deve cambiare. L’acqua non si preoccupa di cambiare la forma del recipiente che la contiene”)

 

Sembrava un giorno come tanti altri di quella calda estate… ma quel giorno un vecchio ai piedi di un grande albero mi raccontò una storia… una strana storia alla quale lì per lì non diedi molta importanza. Da allora sono passati tanti anni. Quel vecchio non l’ho più incontrato, ma tante volte ho vista danzare nella mia memoria la storia che mi raccontò.

E’ una strana storia che narra di un uomo che camminava. Era da bambino che camminava, tant’è che ormai conosceva tutta la sua terra.  Un giorno, sentì al mignolo del piede destro un dolore che, nel camminare, si faceva sempre più forte.  Decise allora di andare dal calzolaio, La scarpa, per via della pioggia del giorno precedente,  si era evidentemente ristretta proprio in quel punto, all’altezza del mignolo. Bisognava solo renderla meno aderente al piede. “Mi allarghi questa scarpa, qui… è troppo stretta”, disse al calzolaio. Il calzolaio si mise al lavoro e dopo un po’ restituì la scarpa: “Ecco fatto, signore”. La calzò. In effetti era scomparso quel terribile dolore. Sollevato, pagò e riprese il cammino. Ma dopo un po’ cominciò a sentire un fastidio al mignolo. E subito dopo il fastidio si trasformò in dolore. Era un dolore insopportabile. Sofferente ritornò, zoppicando, dal calzolaio e gli urlò irritato: “Devi allargare di più questa scarpa, in questo punto”. Il calzolaio, senza batter ciglio, prese i suoi arnesi e, con pazienza, iniziò a modellare la scarpa. “Ecco fatto, signore”, gli disse dopo più di due ore di lavoro. La scarpa aveva senza dubbio cambiato forma. L’uomo la indossò. Fece veloci passi in circolo, intorno alla sedia. Provò addirittura a saltare, di qua e di là, con balzi sempre più ampi, come una rana alla ricerca dello stagno. Ora ne era certo, non sentiva più quel lancinante dolore al mignolo. Riprese,  allora, fischiettando a camminare per la sua strada. Trascorsero, questa volta, solo pochi minuti: il dolore si ripresentò con tutta la sua forza. L’uomo, trovandosi nei pressi di una bottega di scarpe, decise di risolvere una volta per tutte il problema comperando un paio di scarpe nuove, più larghe di quelle che aveva ai piedi e che, soprattutto, non si restringessero con la pioggia. Entrò nella bottega e, confidando il suo problema al bottegaio, iniziò a provare vari tipi di scarpe. Tutte però, fatti pochi passi,  gli provocavano quell’incredibile dolore al mignolo.

Erano trascorse tre estenuanti ore. Un vecchio, seduto su un masso appena fuori l’uscio della bottega,  aveva assistito,  in silenzio, a tutta la scena. Aveva visto le smorfie sofferenti dell’uomo e intuito le imprecazioni a bassa voce del bottegaio, stanco di salire e scendere dalle scale e di correre da  una parte all’altra alla ricerca di scarpe sempre migliori e raffinate.. Mentre l’uomo, visibilmente spossato,  si asciugava con la mano il sudore dalla fronte in attesa dell’ennesimo paio di scarpe da provare, il vecchio gli si avvicinò e gli soffiò nell’orecchio. “Signore, mi venga a trovare e le risolverò il problema”.

Non fece in tempo neanche a guardarlo bene in viso o a chiedergli il nome o perché si interessasse così tanto alle sue scarpe… Il vecchio era agilmente uscito dalla bottega  ed era scomparso tra le mille vie animate del paese. Gli era rimasto in mano un biglietto spiegazzato con sopra scritto in bella grafia. “Il pozzo”. Ricordava che c’era solo un pozzo in quel paese: si trovava nella piazza.

Ai piedi del pozzo sedeva, alla frescura, il vecchio: “Sei arrivato al momento giusto… siedi qui…”, gli disse. “Ma io vorrei sapere che cosa…”. “Non è questa l’ora delle parole”, lo interruppe bruscamente il vecchio, indicandogli il masso su cui sedere.

Gli tolse la scarpa e dal pozzo attinse l’acqua con la quale lavò il piede. Vi spalmò sopra un impasto di erbe medicamentose. In seguito, con arnesi di pietra e di legno, cominciò a disegnare sul piede misteriose figure geometriche e riprese a lavarlo e ad ungerlo con i suoi olii.

Il sole era ormai tramontato e, al bagliore del crepuscolo, il vecchio finalmente disse: “Ora il piede non ti farà più male”. Ci fu un lungo silenzio, poi aggiunse: “Prima che io vada devo confidarti un segreto: sappi che quando l’uomo si ostina a cambiare qualcosa negli altri, è qualcosa in se stesso che deve cambiare. L’acqua non si preoccupa di cambiare la forma del recipiente che la contiene”. E scomparve tra le mille vie deserte del paese.

L’uomo fece un cenno con le due braccia come per stringere e ringraziare il vecchio che generosamente aveva placato il suo dolore.

Ma fu solo con l’alba che scoprì con stupore di essere da ore in cammino lungo una strada che non conosceva…   (SANDRO MONTANARI)

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