IN CIELO C’E’ POSTO PER TUTTI… PROPRIO PER TUTTI

(anche perchè i posti sono numerati…)

Si racconta, nei Libri Sacri, che un giorno il Signore venne a visitare la grande sala del Cielo dove si riunivano tutti i beati. Era uno spettacolo abbagliante, persino per il Signore che ne aveva visti d’altri. C’era gente di tutte le razze, vestita di abiti multicolori. La conversazione si svolgeva rumorosamente e scoppiavano risate da tutte le parti. Nessuno sembrava annoiarsi. Alcuni diedero il benvenuto al Signore come se si trattasse di un nuovo arrivato, dando così la prova di non conoscerlo nemmeno!

Il Signore cominciò ad inquietarsi e pensò tra sé e sé che le condizioni di ammissione alla grande sala del Cielo non erano abbastanza rigorose. Con la sua voce che può far paura al tuono, fece tacere l’immensa folla ed annunciò che il suo angelo avrebbe fatto la lettura dei comandamenti… per una verifica.

L’angelo prese le tavole della Legge e lesse ad alta voce il primo comandamento. Il Signore chiese allora a quelli e a quelle che avevano disobbedito a questo comandamento di alzare la mano. Parecchi lo fecero perché era impossibile mentire davanti al Signore. Così il primo gruppo fu spedito a casa del Diavolo che aveva il suo salone di ricevimento non lontano da lì.

Al secondo comandamento, il Signore vide partire un altro contingente che aveva un’aria piuttosto pietosa.

Al quarto comandamento, i beati (soltanto di nome!) sapevano già che fare. Non si presero neppure più la pena di alzare la mano e si avviarono dritti dritti a casa del Diavolo.

Al sesto comandamento, si vide un immenso contingente di uomini e donne di ogni età abbandonare i cieli per recarsi nella sala di ricevimento del Diavolo.

Fu a questo punto che il Signore alzò gli occhi e vide che nell’immensa sala non c’era più nessuno, tranne un signore ben messo e distinto che inalberava un certo sorriso di trionfo.

Il Signore allora esclamò: “Com’è vuoto e noioso questo posto senza tutte quelle voci e quelle risate!” Si girò verso il suo angelo e gli comandò di richiamare tutti i beati che erano stati trovati in fallo. Cosa che l’angelo fece per mezzo di una tromba speciale.

Nella sala nuovamente piena zeppa di gente rumorosa e festante, uno solo non era felice. Era quel signore ben messo e distinto che aveva perso quel sorriso trionfante, anzi era furioso e risentito di dover constatare che quelli che avevano commesso delle colpe avevano diritto agli stessi riguardi e al medesimo trattamento di lui che aveva sempre osservato la Legge alla lettera. Egli si isolò allora in un angolo del salone di ricevimento.

 Trascorso  un po’ di tempo, i beati notarono quell’uomo ben messo e distinto che aveva però un’aria decisamente infelice. Decisero di proporgli di unirsi a loro anche lui ai festeggiamenti.

“Dopo tutto – dicevano tra loro – quest’uomo non dovrebbe essere punito per il semplice fatto di non aver commesso peccati. Mica è un peccato non commettere peccati”!

Dopo essersi fatto  un po’ pregare (il Cielo è luogo adatto per questo…) l’uomo si arrese di buona grazia (il Cielo è luogo propizio per queste) e raggiunse tutti gli altri perdendosi in mezzo alla folla di gente forse non troppo ben messa, ma immensamente felice.

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