C’era una volta una comunità di gamberi che viveva nelle acque di un fiume. In questa comunità di gamberi un giorno nacque un piccolo gambero che invece di camminare all’indietro andava avanti… con grande disperazione dei suoi genitori per questo scherzo del destino. Essi infatti cercavano di persuaderlo a camminare come tutti gli altri, ma senza riuscirvi… Crescendo arrivò il giorno che il piccolo gambero fu iscritto alla scuola. Ed anche a scuola veniva preso in giro dai compagni, rimproverato dai maestri, minacciato di espulsione dal direttore. E, una volta tornato a casa, i genitori continuavano a lamentarsi: “Figlio, che t’abbiamo fatto? Perchè cammini avanti mentre tutti noi camminiamo all’indietro”? Il piccolo gambero alzava le spalle rassegnato e rispondeva: “Non ci posso fare niente. A me piace camminare avanti”. Col passar del tempo la situazione diventava sempre più pesante, fintanto che un giorno gli insegnanti decisero di convocare i genitori e li rimproverarono: “Voi vi disinteressate di vostro figlio e non fate nulla perchè cammini come tutti gli altri”. E loro giù a piangere e a rifarsi contro il figlio. Le provarono tutte, comprese le botte e le punizioni più brutte, per persuaderlo a camminare all’indietro. Mano a mano che il tempo passava, anche gli altri componenti della comunità dei gamberi presero a bersagliare questo povero piccolo gambero. La situazione divenne talmente insopportabile che i genitori furono convocati di fronte al Consiglio degli anziani. I gamberi anziani cominciarono a redarguire i genitori: “Voi avete educato male vostro figlio, vedete come si comporta, invece di camminare all’indietro va avanti. Vi diamo ancora qualche tempo per rimediare; se la situazione non dovesse cambiare saremo costretti ad espellerlo dalla nostra comunità perchè non costituisca elemento di scandalo”. I genitori, messi alle strette da questa minaccia, insistevano con il piccolo gambero piangendo: “Figliolo, ti preghiamo, cerca di cambiare”. E lui rispondeva semplicemente: “A me piace andare acvanti e continuo ad andare avanti”. Non ci fu proprio niente da fare. Arrivò quindi il momento in cui la comunità decise di espellere il piccolo gambero. Tutti si radunarono in riva al fiume e questo gamberetto con il suo sacchetto in spalla fu cacciato via. Genitori che piangono, compagni che lo deridono, anziani che scuotono la testa… Tutto il gruppo dei gamberi lo vede allontanarsi. E lui se ne va, solo, con il proprio destino, si tuffa nell’acqua del fiume e, siccome questa va avanti, egli continua ad andare avanti… I genitori lo salutano, egli accenna ad un saluto e se ne va fino a scomparire alla vista di tutti. Ad un tratto, mentre continua a camminare avanti, verso il mare, si imbatte in uno scoglio. Su quello scoglio intravvede una figura muoversi; man mano che si avvicina si accorge che è un vecchio gambero, tutto sgangherato, che lo guarda e lo chiama. Il piccolo gambero si avvicina e il vecchio gambero gli dice: “E così anche tu hai scelto di andare avanti; anch’io avevo fatto la stessa scelta, poi mi sono stancato e mi sono fermato. Ecco il risultato, sono qui, solo, a morire su questo scoglio. Tu non fare come me, va avanti, segui la tua strada”. Il piccolo gambero, con le lacrime agli occhi, salutò il vecchio gambero e continuò ad andare avanti verso il mare… in quell’immenso mare dove andare avanti o indietro non aveva più ormai alcuna importanza… Tuttavia il piccolo gambero era riuscito a raggiungere il traguardo della sua vita. (Anonimo)
IL PICCOLO GAMBERO (quando non si accetta il destino di libertà dei figli…)
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