PER LA GIORNATA NAZIONALE DELLA CONSULENZA FAMILIARE trovo queste radici:
“Possiamo rassomigliare il Consultorio ad un orologio: il direttore ne è la molla, gli specialisti le
diverse rotelle dell’ingranaggio, ma il consulente è il bilanciere. Assolve cioè un compito
particolarmente vitale per il funzionamento di tutto l’ingranaggio, perchè il movimento di tutto
l’ingranaggio sia scorrevole, preciso, equilibrato, pulsante di vita”. (Don Paolo Liggeri, 1975)
Padre Luciano Cupia, fondatore del Centro FAMIGLIA di Via della Pigna, 13/A, Roma, nel
1966, sosteneva che: L’’80% delle persone che chiedono l’aiuto proprio della consulenza familiare
può essere tranquillamente trattato da un buon consulente familiare consapevole della sua
propria e particolare specificità e dei suoi limiti. Oltre questi limiti se la possono giocare altre
figure di specialisti evitando però le lusinghe dell’accanimento terapeutico”.
IL CONSULENTE FAMILIARE è fedele ad una caratteristica che contraddistingue la sua professionalità e la sua umanità, la caratteristica cioè di aiutare senza la volontà di salvare,
di abbracciare senza la tendenza a soffocare, di amare senza l’aspettativa di venire riamato, di proporre senza la presunzione di imporre, di annunciare senza la pretesa di voler convertire
In una parola la caratteristica di aiutare lasciando libero ognuno di aiutarsi da sé, come meglio può e crede. Tale caratteristica della relazione consulenziale poggia su di un’asse d’equilibrio che non è fuori luogo definire l’equilibrio della tenerezza.
(Gigi Avanti, 1992)
“Vorrei spianare la ruga che hai tra le sopracciglia,
ma non esiste lifting per una ferita del cuore;
posso solo baciarla, senza farti vedere la mia”.
(Mercedes Indri De Carli)
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Il mio auspicio è che la figura (e la professionalità)
del Consulente Familiare possa essere meglio
valorizzata anche in quei Consultori dove talvolta
sembra essere un po’ in ombra.