COMMENTO OMILETICO
(Gv. 14, 23-29)
BENEDIZIONE INIZIALE:
Nel predisporre la nostra anima a gustare il nutrimento dell’Eucaristia chiediamo al Signore di rafforzare la nostra fede così che le vicissitudini della vita non la possano indebolire.
MEDITAZIONE
In questo brano di vangelo vediamo Gesù alle prese con le ultime raccomandazioni rivolte ai suoi intimi, prima della sua dipartita. Sembra un Gesù preoccupato per la delusione che essi dovranno patire a causa sua, purtuttavia scopriamo un Gesù capace di ribaltare la situazione emotiva dei suoi uscendosene addirittura con un soave rimprovero: “Se mi amaste, dovreste godere che io vado al Padre”… e non addolorarvi.
Paradossale che si possa godere di un lutto, di una separazione, di una lacerazione… paradossale, ma possibile soltanto a patto di staccare la spina che alimenta il proprio io, il proprio benessere. Possibile, invece, se la si smette di essere centrati su se stessi, possibile soltanto se si fa lo sforzo di mettersi nei panni dell’altro…
Gesù cerca di rassicurare i suoi affinchè non si abbattano e cadono in depressione per le traversie che dovranno vivere in sua “assenza”, perché la sua non è propriamente una assenza, ma una presenza invisibile con la quale dovranno fare i conti sempre, alla quale dovranno credere onde possano continuare nell’operosità per la causa del Suo Regno.
Sarà proprio lo Spirito che il Padre invierà su Sua richiesta a provvedere e a rinvigorire questa fede. C’è la Trinità al completo dietro questo progetto di sostegno e di rafforzamento alla fede e Gesù lo ribadisce con forza: “Ve l’ho detto ora, prima che accada, affinchè quando accadrà, crediate”.
Per noi cristiani di oggi, cristiani che vivono nella grande tribolazione, cristiani dalla fede mendicante e vacillante a causa del rumoroso dilagare del male, cristiani talvolta increduli e preoccupati per l’agire silenzioso e misterioso dello Spirito, questo invito a non demordere e a non cedere alla tentazione del “principe di questo mondo” a tirare i remi in barca, è quanto di più nutriente esista per la vita dell’anima.
Alternativa non esiste. O ci si fida di Gesù o è notte fonda. O ci si fida di Gesù o il buio finisce per infiltrarsi tra le fessure dell’anima fino a rendere impossibile il camminare sulla strada della salvezza.
PREGHIERA DEI FEDELI:
Ti preghiamo, o Signore, per il Santo Padre e per tutti i consacrati alla causa del Tuo Regno affinchè resistano alle tentazioni della stanchezza e dello scoramento. Ascoltaci, o Signore.
Ti preghiamo, o Signore, per le claustrali e i monaci che più di altri possono sentire i morsi dello scoraggiamento a causa della invisibilità della loro testimonianza. Ascoltaci, o Signore.
Ti preghiamo, o Signore, per tutti i fedeli laici affinchè rimangano saldi nella fede resistendo e respingendo le tentazioni che li vorrebbero rinunciatari e sconfitti. Ascoltaci, o Signore.
Ti preghiamo, o Signore, per l’uomo d’oggi che brancola nelle tenebre del dubbio e della confusione affinchè la luce dello Spirito possa raggiungerlo per condurlo sulla strada della conversione. Ascoltaci, o Signore.
BENEDIZIONE FINALE:
Rinfrancati e ristorati dal pane eucaristico e dalle parole di vita ascoltate, ti chiediamo, o Signore, di farci percepire la tua invisibile presenza così da non cadere nelle subdole tentazioni dello scoraggiamento, della delusione e della inoperosità.
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