”Una persona impiega anni per diventare quel che è, sviluppando il proprio talento, le proprie doti uniche, perfezionando i propri giudizi sul mondo, ampliando e affinando propri appetiti, imparando a sopportare le delusioni della vita, diventando maturo, stagionato – insomma una creatura unica in natura, che sopporta con una certa dignità e nobiltà, trascendendola, la condizione animale; non più comandato, non più un mero riflesso, non uscito da uno stampo qualsiasi.
E poi scopre la vera tragedia… che ci vogliono sessant’anni di sofferenze e di sforzi incredibili per fare un tale individuo, che alla fine, è capace solo di morire”. (Ernest Becker)
Così, aggiungo io, da arrivare a puntino per la risurrezione…