LA PREGHIERA DEL MONACO MIRONE
(Non sappiamo come e quando funziona la preghiera, ma è sicuro che funziona…)
C’era una vola un governatore crudele di provincia chiamato Gordian. Dava la caccia ai giusti e li torturava. Colui che Gordian detestava più di tutti era il monaco Mirone, l’eremita caritatevole che faceva il bene senza paura e pregava senza interruzione..
Il governatore chiamò il suo fedele servitore, il prode Ivan il guerriero; “Ivan, va’ ad uccidere il monaco Mirone, tagliagli la testa e la darò in pasto ai miei cani”.
Ivan se ne andò pronto all’obbedienza, ma con il cuore amareggiato dicendo a se stesso: “Non ci vado di mia propria volontà, ma è per necessità che lo faccio. Devo credere che è il destino che Dio mi ha assegnato”.
Nasconde la spada sotto il suo mantello, arriva e saluta l’eremita.: “Sei sempre in buona salute, piccolo vecchio? Dio ti tiene sempre sotto la sua santa protezione?”.
Ma il monaco, chiaroveggente, si mise a sorridere e le sue sagge labbra pronunciarono questa parola: “Ivan, non cercare di mentire, so perché sei venuto. Il Signore conosce tutto. I buoni e i malvagi sono nella sua mano. Lo so perché sei venuto”.
Ivan provò vergogna, ma temeva di non essere fedele al suo governatore. Allora, estraendo la spada dal fodero di cuoio, ne asciugò la lama con il risvolto del suo mantello. “Mirone – disse –
volevo riuscire ad ucciderti senza che tu vedessi la spada, ma ora prega Dio per l’ultima volta, pregalo per me, per te, per tutta la razza umana, dopo di che ti taglierò la testa”.
Il monaco Mirone si mise in ginocchio sotto una giovane quercia e, sorridendo, disse ad Ivan: “Ivan, la tua attesa sarà lunga, perché la preghiera per la razza umana dura a lungo e tu faresti meglio ad uccidermi subito piuttosto che ad affaticarti ad attendere invano”.
Allora Ivan aggrottò le sopracciglia e si impettì, lo sciocco: “No, quello che è detto è detto e io ti aspetterò, fosse pure per un secolo”.
Il monaco pregò fino alla sera. Poi dalla sera all’aurora continuò. Poi dall’aurora alla notte successiva pregò ancora. E dall’estate alla primavera si prolungò la sua preghiera. Gli anni si aggiungevano agli anni. Mirone pregava ancora. Una fitta foresta era nata da quella giovane ghianda. La santa preghiera non era terminata.
Ed ancora oggi il monaco, sottovoce, mormora le parole redentrici, domanda a Dio di avere pietà degli uomini, alla Vergine di recare loro soccorso.
Ivan il guerriero è sempre in piedi presso di lui. Da tempo ormai la sua spada è finita in polvere e la sua armatura è rosa dalla ruggine. I suoi begli abiti sono caduti a brandelli e marciti. D’inverno come d’estate Ivan resta là, e il gelo morde e la calura brucia e lui sta là. I lupi e gli orsi passano senza guardarlo.
Ma la preghiera che il vecchio monaco eleva per quei poveri peccatori che siamo noi, scorre sempre, finché ci saranno dei peccatori.
Scorre come un limpido fiume che irriga la terra, fresco e dolce come la misericordia di Dio.
(Massimo Gorki)
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