DIO SI CONFIDA…

                                                 UNA CONFIDENZA PERSONALE DI DIO…

   Vedi, caro figlio mio, anche se avrei potuto optare per infinite forme e soluzioni diverse (infatti  sono Infinito…) per condividere la mia gioia di Essere, ho preferito la più consona a chi immaginavo potesse accoglierla, riconoscerla e magari anche condividerla lui stesso con gli altri… e quella forma più consona era quella di creare un “Divenire” dove fosse contenuto l’Essere, un Essere capace, sotto la mia vigile cura, di dipanarsi in Divenire.

   Ma per fare questo fu giocoforza anche per Me, l’Eterno, dovermi adattare al Tempo e mi fu facilissimo… a differenza vostra che vivete lo scorrere del tempo più con patimento che con pazienza, più perdendolo che godendolo, più con ansia per il domani che con serenità per l’oggi (il presente è il pane quotidiano della relazione fraterna che ho approvvigionato per voi dall’eternità…come dirà Mio Figlio quando se ne uscì con quel “Mio cibo è fare la volontà del Padre”), più con nostalgia per il passato che con sorriso per il presente (Un vostro autore ha scritto: “Il presente à l’unico punto di contatto tra l’eternità e il tempo”).

   Ma torniamo a Me che, nonostante fossi alle prime armi (anzi, paradossalmente parlando, proprio perché alle prime armi), mi fu facile intuire che avrei dovuto andare ugualmente per gradi  per “Rivelare” tutto Me stesso.

   E così cominciai la mia avventura lasciando intuire a Eva ed Adamo (“Omnis homo Adam, omnis homo Christus”, scriverà il mio sant’Agostino) di essere il loro Creatore. Mi bastava riconoscessero questo di Me e sarebbe stato paradiso eterno, seppur solo terrestre in quel momento.

   Non fu così (e lo sapevo) a causa dell’insinuazione malefica di chi li circuì e li lusingò che si potesse essere e vivere da creature anche opponendosi al Creatore. Preferirono dare ascolto al mio nemico anziché al loro amico Dio Creatore.

   Non fu un comportamento originale, ma un vero e proprio peccato, il peccato di ritenere che si potesse fare bene anche il male (la parola “mela” del vostro vocabolario si può anagrammare in “male”).

   E dire che tanta era la mia fiducia in loro da avergli dato soltanto due indicazioni di comportamento, quella di operare il bene con tutta la loro fantasia e quella di stare lontani dal male con tutta la loro determinazione, pena finire male.

   Dovetti subito prendere atto che occorreva “rimediare”, ma ci sarebbe voluto tempo perché  il “virus” del male si era già inserito  nella molecola del tempo e avrebbe continuato a perpetuarsi, tra l’altro, paradossalmente, come un fastidioso e antipatico parassita. Il divenire vive sempre alle spalle dell’essere,  vigliaccamente.

   Quando mi sembrò il momento (per voi) credetti bene di rivelare Me come Dio. Pedinai il mio Mosè  fino al punto in cui lo trovai pronto ad accogliere la mia Legge. Così fu che mi rivelai come Dio Legislatore. Non più due semplici ed elementari regolette, ma qualcuna in più e soprattutto più precise.

   Gli affidai dieci semplici regole chiarendo subito che le mie creature avrebbero potuto godere della mia divinità a patto che si comportassero ”come Dio comanda”…  come usate dire voi.

   Per un po’ le cose andarono come vanno da voi, un po’ bene un po’ male fino a quando decisi di giocare l’asso che avevo nella manica, quello di provarci in prima Persona a divenire Uomo.

    Un’idea che nutrivo da tempo, l’idea vincente. La mossa vincente del Nostro Spirito fu, paradossalmente, proprio l’Incarnazione.

  Un Dio che si rispetti può fare certo  come gli pare (mi pregate anche voi dicendomi: “Sia fatta la Tua volontà) ma non può non rispettare le leggi del creato da lui stesso stabilite.

   Un Dio che si rispetti (ed Io sono Unico anche in questo senso) non può nascere se non come nascono tutti, cioè come figlio. Ed è grazie a questo circolo virtuoso (una sorta di DNA del creato) che mi fu possibile rivelarmi come Dio Padre.

   La cosa più curiosa e sublime era che mi occorreva una Madre tutta mia e tutta speciale… E’ stato il mio capolavoro e custodisco gelosamente il mio segreto a riguardo della decisione unanime di volerla Vergine.    Fu grazie alla fantasia del Nostro Spirito che fu possibile, che per essere Madre di tutti dovesse essere Vergine per ciascuno.

   Come andarono poi le cose è stato scritto nel mio best seller… modestia a parte. Mi trovai molto bene nei miei pochi anni trascorsi con voi come Figlio dell’Uomo, soprattutto mi trovai molto bene constatando che avrei potuto contare su chi, nel tempo, avrebbe portato avanti fino agli estremi confini della terra,  la missione che avevo iniziato.

   Avrei potuto contare su tanti di voi, certamente, ma mi straziava il cuore pensare alla eventualità di lasciarvi soli e fu allora che escogitai un sistema per stare sempre con voi, un sistema unico, quello dell’Eucaristia.

   Avvenne quel giovedì sera, a cena con i miei intimi. Lo so, è di cattivo gusto, durante una cena mettersi a parlare di nutrirsi di un Pane che, in sostanza è la Mia Carne e di un Vino che in sostanza è il Mio Sangue. Trasformare l’acqua in vino fu bello in quel di Cana, trasformare il vino in sangue aveva del tragico…

    Ancor più di cattivo gusto mettersi a lavare i piedi dei commensali, ma a me sono sempre piaciuti e mi sono molto congeniali i comportamenti paradossali… anche per lanciare il messaggio che Eucaristia e Carità sono inseparabili (la Carità come … ottavo sacramento?).

   Per farla breve, caro figlio mio, la mia carriera (se posso usare il vostro linguaggio) si può riassumere così: mi sono via via rivelato prima come Dio Creatore, poi come Dio Legislatore ed infine come Dio Padre, usando la strategia del Dire (fase profetica prima della mia Incarnazione), del Fare (fase dell’Incarnazione) dell’Essere (Fase dell’Eucaristia).

Ho ascoltato con attenzione tutto, caro Padre. Posso farti una domanda, però? Per tutto quello che hai fatto e stai facendo per noi, non ci sono parole che possano essere trovate per dirti grazie.

 Non ti pare, però, di essere esagerato nel farci dono di una eternità felice a fronte di un brevissimo lasso di tempo vissuto, speriamo, per la causa del tuo Regno?

Ma io sono per natura esagerato… (che etimologicamente parlando significa fuori dagli argini … del tempo) essendo Infinito.

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(Gigi Avanti)

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