“NE UCCIDE PIU’ LA LINGUA CHE LA SPADA”
Un proverbio antico, ma non antiquato… un vecchio proverbio, ma non un proverbio vecchio. Proprio così, un proverbio non ha età, non va mai in pensione.
Pertanto, mi piace parafrasarne un’ altro: “Un proverbio al giorno toglie il diavolo di torno”. Quel diavolo che fin dai tempi della famigerata Torre di Babele non è mai stato con le mani in mano.
E se ne vedono le conseguenze soprattutto oggi dove la comunicazione fra le persone è ammalata gravemente, dove la lingua viene usata per scopi opposti a quelli previsti dalla sua natura, spesso malefici.
E mi fermo qui, senza voler entrare nel merito specifico di questi “mali” della comunicazione, ricordando la massima di uno dei Padri del deserto (Evagrio Pontico) che avvertiva: “Quando il male non dipende da noi… tacere, pregare, soffrire”.
Molto più facile urlare, denunciare il male, puntare il dito, ma molto più spiritualmente salutare, seppur più difficile, tacere pregare e soffrire…
Scriveva san Giovanni Paolo II°: “Lasciate che l’errore si distrugga da solo”. Il brano di san Giacomo qui riportato ci mette in guardia e in un certo senso ci da tanta quiete.
“Non fatevi maestri in molti, fratelli miei, consapevoli che saremo sottoposti a un giudizio più severo degli altri. In molte cose infatti sbagliamo tutti. Se uno non sbaglia nel parlare, costui è davvero un uomo perfetto, in grado di dominare anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, riusciamo a guidare anche tutto il loro corpo. Anche le navi, quantunque così grandi e spinte da forti venti, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole il timoniere. Così anche la lingua è un piccolissimo membro e tuttavia può vantarsi di grandi imprese. Un piccolo fuoco è capace di incendiare un grande bosco. Anche la lingua è un fuoco, un vero mondo di cattiveria. Posta fra le nostre membra, contamina l’intero corpo e incendia la ruota della vita, attizzata essa stessa dal fuoco della Geenna. Infatti ogni genere di bestie e di uccelli, di rettili e di pesci può essere domato e addomesticato dalla razza umana. La lingua, invece, nessun uomo riesce a domarla. E’ un male irrequieto, piena di mortale veleno. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a sua somiglianza. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Questo, fratelli, non deve accadere.” (Lettera di Giacomo, 3,1 – 4,4)
Ha scritto poco il nostro fratello Giacomo… ma quanto se ne intendeva!