SEMPRE IN MERITO A OMOFOBIA, OMOPERPLESSITA’…
La mia “perplessità” relativamente al merito della questione della “legge contro la omofobia” sta nel fatto del ricorso allo strumento legislativo come strumento privilegiato da adottare per formare “coscienze e sensibilità civili”.
E’ un principio filosofico ed etico universalmente riconosciuto che sia la coscienza a formare la legge e non viceversa.
Inoltre avrei da eccepire qualcosa anche circa il fatto di concepire una legge con la dinamica del “contro”. Se, come pare assodato dal punto di vista filosofico che la legge deve essere veicolo di valori, mi chiedo se sia concettualmente da considerarsi “valore” la dinamica del “contro” quanto si pensa possa essere considerato negativo, brutto, male, da combattere…
Ricordo, per inciso, che voler arrestare il male andandogli contro crea un corto circuito filosofico ed etico discutibile e rischioso.
Scriveva San Giovanni Paolo II: “Lasciate che l’errore si distrugga da solo”. Tutto qua. Mi preoccuperebbe e dispiacerebbe, sul piano culturale, che questo “strumento” legale previsto per sanzionare comportamenti discriminatori e persecutori finisca poi per sanzionare anche opinioni ed emozioni personali entrando a gamba tesa nel sacrario delle coscienze.
Anche perchè la legge che sanziona “comportamenti discriminatori e/o persecutori” del simile da parte del proprio simile, quale che sia l’opinione o il sentire che li anima, già esiste (e la saggia CEI lo ribadisce).
Mi piace allegare questo scritto di mia figlia Chiara all’ età di 13 anni.
IPOTESI VINCENTE
“Tanto si sa, nella lotta tra il bene e il male vince sempre il bene. Io mi schiero dalla parte del bene, ma non combatto con le armi, bensì con l’astuzia delle parole. Non faccio come nei cartoni animati dove il bene, combattendo contro il male, uccide e distrugge anche lui e si chiama bene soltanto perché vi fanno parte i protagonisti della storia che devono salvare il mondo ad ogni costo e devono essere a tutti i costi bravi.No, io non faccio così. Al male basta fargli un sorriso e si scioglie, perché non sopporta la felicità. Quindi per vincere la battaglia basterebbe organizzare una festa, piena di canti e di balli e piena di bambini e il male, soltanto a vederla, cadrebbe a terra vinto”.
(CHIARA AVANTI, da un tema in classe a 13 anni)
(Chiara apre serenamente gli occhi al Cielo l’8 settembre 2017 a soli 41 anni lasciando cinque figli e un enorme vuoto)