L’ORDINE DEL RE… O IL RE DELL’ORDINE…..
Si racconta che un re, ossessionato dall’ idea di far ordine nel suo regno, fosse riuscito ad organizzare tutto e tutti in maniera che nulla fosse fuori posto.
Le difficoltà che aveva dovuto superare non erano poche, soprattutto per quanto riguardava la destinazione dei suoi sudditi, ma poi, dopo aver riflettuto a lungo aveva messo i ministri con i ministri, i soldati con i soldati, gli artigiani con gli artigiani, ecc… ecc…
Questa non era certo la soluzione migliore e il re soffriva un po’ perché non aveva potuto separare i grassi dai magri,, i biondi dai bruni, gli alti dai bassi; i grassi infatti figuravano certo fra i ministri, ma anche fra i soldati, fra gli artigiani e così via.
Fra i tanti problemi che aveva dovuto risolvere, uno solo non gli aveva dato alcun fastidio: la divisione degli uomini dalle donne.
Avvenne però che un ministro, attento e scrupoloso, gli disse un giorno che fra gli uomini e le donne esistevano alcuni che possedevano per metà maschile e per metà femminile.
La cosa meravigliò il re che pensò di risolvere la confusione con un editto:
“Tutti coloro che possiedono un sesso per metà maschile e per metà femminile devono lasciare il regno”.
E così fu fatto. Il ministro però gli ricordò che si dovevano considerare anche coloro che, pur possedendo gli organi di un sesso, ritenevano di appartenere all’altro sesso e il re emanò un secondo editto:
“Tutti coloro che pur possedendo un sesso ritengono di appartenere all’altro sesso, devono lasciare il regno”.
E così fu fatto. Il ministro tuttavia insisteva ricordando che alcuni, pur essendo uomini si vestivano da donna e altri, pur essendo donne, si vestivano da uomini e il re paziente emanò un terzo editto:
“Tutti coloro che essendo uomini si vestono da donna e tutte coloro che essendo donne si vestono da uomo devono lasciare il regno”.
E così fu fatto. Il ministro sempre attento a quanto succedeva non poté evitare di segnalare che alcuni, pur essendo uomini o donne, avevano rapporti sessuali sia con uomini che con donne e il re non poté fare a meno di emanare un quarto editto:
Tutti coloro che essendo uomini o donne hanno rapporti sessuali sia con uomini che con donne, devono lasciare il regno”.
Il ministro, che era persona assai seria e meticolosa, si sentì ancora in dovere di dire al re dell’esistenza di persone che avevano sognato, desiderato o addirittura amato persone del proprio sesso per cui, forse, non tutti gli uomini erano veramente uomini e non tutte le donne erano veramente donne.
Il re rimase a lungo pensieroso, ma poi, non potendo tollerare una tale mescolanza, emanò un quinto editto:
“Tutti coloro che hanno desiderato, sognato o addirittura amato persone del proprio sesso, devono lasciare il regno”.
E così fu fatto… ma purtroppo il re si accorse ben presto che l’avevano lasciato solo.
Vagò a cavallo per il suo regno senza incontrare uno solo dei suoi sudditi, attraversò, chiamando a gran voce, tutte le stanze del suo castello ma nessuno rispose, anche la regina l’aveva abbandonato.
Si ritirò allora nella stanza del trono e cominciò a camminare su e giù, lentamente. Ripensò al suo regno, al suo popolo, alla loro lontananza, alla sua manìa di mettere ordine in ogni cosa, alla disperazione della solitudine, alla sua vita passata, ai suoi sogni, alle sue fantasie e… quasi all’improvviso si accorse che forse…sì… forse una sola volta, o due o tre… sì, certamente era capitato, anche a lui era capitato e… e allora?
Allora anche il re lasciò il suo regno.