Cosa dire della parola “omofobia”? Ho l’impressione che talvolta si usino determinati vocaboli in maniera approssimativa e per nulla scientifica.
“Fobia” è un vocabolo appartenente al mondo complesso e articolato delle patologie psichiche e avente a che fare con il mondo delle emozioni e dei sentimenti, in particolar modo con il mondo variegato della paura, dell’ansia, dell’angoscia, del panico…
Mi chiedo se sia corretto, dal punto di vista della psicologia dinamica, voler legiferare sui sentimenti…
Mi chiedo ancora se sia onesto fare di ogni erba un fascio dando dell’omofobo a chi magari nutre semplicemente delle “perplessità” sulla ideologia sostenitrice della “omosessualità” come di una “differente normalità”.
Mi chiedo, in conclusione, se non sia più onesto riconoscere, invece, “l’omoperplessità” come un sano sentimento di difesa nei riguardi della ideologia della “omosessualità” intesa come “differente normalità”.
Parlare di “omofobia” mi pare proprio esagerato. Parlare di “omoperplessità” mi pare più equilibrato.