Chissà se conviene l’ansia…

CONVIENE ESSERE ANSIOSI?

C’era una volta un passerotto beige e marrone che viveva la sua esistenza come una successione di ansie e di punti interrogativi. Era ancora nell’ uovo e si tormentava: “Riuscirò mai a rompere questo guscio così duro? Non cascherò dal nido? I miei genitori provvederanno a nutrirmi?”

Fugò questi timori, ma altri lo assalirono, mentre tremante sul ramo doveva spiccare il primo volo. “Le mie ali mi proteggeranno? Mi spiaccicherò al suolo… Chi mi riporterà quassù?”

Naturalmente imparò a volare, ma cominciò a pigolare: “Troverò una compagna? Potrò costruire un nido?”.

Anche questo accadde, ma il passerotto si angosciava: “Le uova saranno protette?  Potrebbe cadere un fulmine sull’albero e incenerire tutta la mia famiglia… E se verrà il falco e divorerà i miei piccoli? Riuscirò a nutrirli?”

Quando i piccoli si dimostrarono belli, sani e vispi e cominciarono a svolazzare qua e là, il passerotto si lagnava: “Troveranno cibo a sufficienza? Sfuggiranno al gatto e agli altri predatori?”

Poi, un giorno, sotto l’albero si fermò il Maestro. Additò il passerotto ai discepoli e disse: “Guardate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non mettono il raccolto nei granai… eppure il Padre nostro che è in cielo li nutre!”.

Il passerotto beige e marrone improvvisamente si accorse che aveva tutto… E non se n’era mai accorto! (B. Ferrero)

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