COMMENTO OMILETICO (domenica 15 marzo 2015 – Gv.3.14 – 21)
MONIZIONE INIZIALE: nel prepararci alla celebrazione dei sacri misteri in questa domenica di quaresima predisponiamo la nostra anima ad accogliere con letizia il nutrimento della Parola e del Pane, unica garanzia di salvezza e di vita eterna.
COMMENTO: Quando si è alle prese con il problema di far capire bene a qualcuno qualche concetto si ricorre all’uso di tutti gli strumenti adatti, da quello di una logica stringente a quello delle metafore o immagini o similitudini. La cosa si complica quando le realtà da spiegare sono oltre i confini del percepibile. E qui si devono fare i conti con i limiti della capacità umana di “capire”, di conoscere, limiti da accettare umilmente senza intestardirsi a volerli oltrepassare o, peggio ancora, senza correre il rischio di condurci alla soglia del delirio “razionale” secondo il quale “se una cosa non riesco a capirla ho tutto il diritto di sospettarne la non esistenza o addirittura di negarla”… Per scongiurare tale rischio basterebbe molto semplicemente accedere al livello dell’intelligenza “spirituale” che entra in gioco proprio quando il livello “razionale” comincia a fare acqua… Così come scrive Confucio: “Ci vuole tutta una vita per capire che non si può capire tutto” ed anche cosa sussurra questo anonimo: “L’ultimo passo della ragione è quello di ammetere che vi sono cose che la superano”.
Nel brano di vangelo di oggi troviamo l’evangelista Giovanni proprio alle prese con questo problema, quello di far capire che il mistero di Cristo va dapprima “accettato” perché se ne possa poi veramente capire qualcosa… Si percepisce, nella lettura di questo brano, tutta la foga dialettica dell’evangelista (compreso il ricorso alla metafora “tenebra – luce”). C’è un verbo, però, usato da Giovanni, che fa capire come mai l’uomo si incaponisca a non volersi lasciare invadere dalla luce del mistero ed è il verbo contenuto nella seguente espressione: “Gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce”. L’accento è quindi posto sulla “volontà” più che non sulla intelligenza… Come dire che l’ostacolo principale al “credere” è il voler prima “capire”. Il mistero di luce nel quale si viene immersi nel momento stesso del proprio venire alle luce… ha bisogno forse di essere dimostrato esistente… L’evidenza non si dimostra, si usa dire in filosofia… Preferire le tenebre, sebbene immersi nel fulgore della luce, attiene di più ad una sorta di schizofrenia razionale che non ad una operazione di sana funzionalità razionale. Anche Einstein avrà modi di affermare: “Chi non accetta il mistero, non è degno di vivere”.
Il brano di vangelo di oggi scuote dalle fondamenta l’edificio della presuntuosa razionalità e conduce l’uomo alle soglie della fede. E per oltrepassare questa soglia occorre più grinta che ragionamento, più slancio che calcolo, più cuore che testa. C’è di mezzo la riuscita finale del vivere, c’è di mezzo la salvezza, la vita eterna… Non ci sono di mezzo, quando ci si imbatte nel mistero di Gesù, il prestigio personale culturale da affermare o la profondità intellettuale da ostentare… Quando si viene avvolti dalla luce del mistero di Gesù è conveniente e risolutivo lasciarsi andare a goderne tutto il calore al livello dell’anima… lasciando il livello terra terra della fredda razionalità… Quando ci si rende conto che la luce è venuta nelle tenebre proprio per sbaragliarle non c’è tempo da perdere nell’intestardirsi a voler capire, ma bisogna saper godere subito di non poter capire… e riconoscere che anche questo godimento interiore è grazia. L’atteggiamento di chi pretende di voler capire prima di decidersi a credere è diametralmente opposto all’atteggiamento di fede, quella fede che precede e quasi strappa i miracoli operati da Gesù. Ma chi lo riesce a “capire” questo Dio che per noi fa tutto “gratis”, cioè per amore e chi lo riesce a “capire” questo Gesù che paradossalmente attribuisce il merito dei suoi miracoli ai miracolati stessi?(“La tua fede ti ha guarito….”). E’ stato scritto: “Il cuore ha delle ragioni che la ragione non capisce”… per fortuna! La mente è fatta per “capire” e il cuore è fatto per “amare”…e il suo DNA (curioso acronimo che potrebbe significare Destino Naturale Amore) è stato impresso proprio dal Creatore nel profondo dell’anima. Oppure si pretende di voler “capire” anche questa predilezione di Dio per il cuore prima di decidersi a credere?
PREGHIERA DEI FEDELI:
Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco e per tutti i Vescovi perché continuino ad annunciare il mistero di Cristo senza cedimenti e senza paura. Ascoltaci, o Signore.
Ti preghiamo, o Signore, per tutti i sacerdoti e i religiosi e le religiose affinché offrano i loro sacrifici e le loro orazioni nascoste senza cedere alla tentazione della stanchezza. Ascoltaci, o Signore.
Ti preghiamo, o Signore, per tutti coloro che sono impegnati per la causa del Regno di Dio affinché non li turbi o scoraggi il presunto avanzare delle tenebre del male. Ascoltaci, o Signore.
Ti preghiamo, o Signore, per gli uomini di scienza affinché percepiscano il fascino discreto della Scienza di Dio. Ascoltaci, o Signore.
BENEDIZIONE FINALE:
Confortati e nutriti alla mensa della Parola e del Pane, chiediamo al Signore che benedica la nostra volontà di bene affinché guidi e accompagni la nostra anima sui percorsi della luce senza che la paura delle tenebre la ostacoli o la faccia desistere.
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PROVIAMO A LASCIARCI ANDARE A CREDERE… PRIMA DI VOLER CAPIRE
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