I frutti maturati sugli alberi e sulle piante sono visibili e sono destinati al nutrimento… I comportamenti delle persone sono visibili e, paragonati ai “frutti”, dovrebbero altresì essere il nutrimento delle umane relazioni… Per questo si parla dei “frutti dello Spirito”…Ma i “frutti” dello spirito maturano a patto che l’anima sia ben piantata e radicata in Dio. I nove frutti dello spirito di cui parla San Paolo, letti in ottica familiare, dovrebbero quindi rappresentare i “comportamenti” da avere nella quotidianità intra ed extrafamiliare. Nella Familiaris Consortio al numero 19 si afferma: “I doni dello Spirito sono comandamento di vita”… Come dire che occorre “ubbidire” (etimologicamente “audire”, cioè “ascoltare bene”) e di conseguenza “mettere in attoi” nella quotidianità spicciola con modi di essere e di comportarsi improntati a:
AMORE (preferisco riceverlo o so anche donarlo…senza farlo pesare troppo con le persone che ho vicine?)
GIOIA (riesco a tradurre in sorriso – visibile – l’amore che dico e penso di avere? Sento la “gioia di credere”?
PACE (cerco di essere “persona di pace” per attenuare gli sconquassi delle inevitabili “guerriglie” quotidiane?)
PAZIENZA (so aspettare i tempi di Dio o brucio il qui ed ora nel nervosismo delle pretese e della fretta?)
BENEVOLENZA (so volere il bene del vicino senza farmi ingannare dalla stizza per quello che mi indispone?)
BONTA’ (so vivere “buone relazioni” soprassedendo all’istinto della lamentela cronica, del biasimo, del giudizio?)
FEDELTA’ (so mantenere le promesse fatte alla vita, al partner, a Dio ,,, costi quel che costi?)
MITEZZA (come la metto con l’arroganza, la prepotenza, la presunzione nei miei modi di agire e di parlare?)
DOMINIO DI SE’ (so tenere in congrua armonia il corpo con lo spirito che lo anima…moderando gli impulsi?)