A PROPOSITO DEI SEGRETI DI FATIMA

MESSAGGIO DELLA MADONNA APPARSA A FATIMA

(Dato a Lucia il 13 ottobre 1917. Nonostante siano trascorsi 106 anni è attuale)

   Il seguente messaggio fu trasmesso da Lucia il 22 maggio 1958 al reverendo Padre Agostino Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Francesco e Giacinta di Fatima:

    “PADRE, LA MADONNA È MOLTO SCONTENTA PERCHÉ NON SI È FATTO CASO AL SUO MESSAGGIO DEL 1917. Né i buoni, né i cattivi vi hanno fatto caso. I buoni vanno per il loro cammino senza preoccuparsi, non seguono le norme celestiali; ed i cattivi nella via larga della perdizione. NON TENENDO CONTO I CASTIGHI CHE LÌ MINACCIANO.

   Mi creda, Padre, IL SIGNORE CASTIGHERÀ IL MONDO MOLTO PRESTO. Il castigo è molto imminente, verrà presto il castigo materiale; s’immagini, Padre, quante anime andranno all’inferno! E questo succederà perche non si prega e non si fa penitenza.

   Questa è la causa della tristezza della Madonna. Padre, lo dica a tutti che LA MADONNA ME LO HA DETTO MOLTE VOLTE: MOLTE NAZIONI SPARIRANNO DALLA FACCIA DELLA TERRA. NAZIONI SENZA DIO SARANNO IL FLAGELLO SCELTO DA DIO STESSO PER CASTIGARE L’UMANITÀ SE NOI PER MEZZO DELLA ORAZIONE E DEI SACRAMENTI NON OTTERREMO LA GRAZIA DELLO LORO CONVERSIONE.

   Lo dica, Padre, che il demonio sta attaccando la battaglia decisiva contro la Madonna, perché quello che affligge il cuore Immacolato di Maria e di Gesù è la caduta delle anime religiose e sacerdotali.

   Egli sa che i Religiosi e i Sacerdoti, abbandonata la loro eccelsa vocazione, trascinano molte anime nell’inferno. Noi siamo appena in tempo per trattenere il castigo del Cielo. Abbiamo a nostra disposizione due mezzi efficacissimi: l’orazione ed il sacrificio. Il demonio fa tutto per distrarci e toglierci il gusto della preghiera: ci salveremo o ci danneremo insieme.

   Però, Padre, bisogna dire alle persone che non devono stare ad attendere dal Sommo Pontefice un richiamo alla penitenza e alla preghiera, né dai vescovi, né dai parroci, né da superiori generali: È GIÀ TEMPO CHE OGNUNO DI SUA INIZIATIVA COMPIA OPERE SANTE E RIFORMI LA SUA VITA SECONDO I RICHIAMI DELLA MADONNA.

   Il demonio vuole impadronirsi di anima consacrate; tenta di corromperle per indurre gli altri all’impenitenza finale. Usa tutte le astuzie e perfino suggerendo di aggiornare la vita religiosa. Ne perviene sterilità alla vita interiore e freddezza nei secolari, circa la rinuncia ai piaceri e la totale immolazione a Dio.    Lo dica, Padre, che due cose furono a santificare Giacinta e Francesco: L’AFFLIZIONE DELLA MADONNA E LA VISIONE DELL’INFERNO.

   La Madonna si trova come tra due spade: da una parte vede l’umanità ostinata ed indifferente davanti ai castighi minacciati, dall’altra vede noi che calpestiamo i Sacramenti e disprezziamo il castigo che si avvicina, rimanendo increduli, sensuali e materialisti.

  La Madonna ha detto espressamente: “CI AVVICINIAMO AGLI ULTIMI TEMPI” me lo ha detto tre volte:

  • Prima affermò che il demonio ha ingaggiato una lotta decisiva, cioè finale, dalla quale uno dei due uscirà vittorioso o sconfitto: o siamo con Dio o col demonio.
  • La seconda volta mi ha ripetuto che gli ultimi rimedi dati al mondo  sono il ROSARIO  e la DEVOZIONE AL CUORE IMMACOLATO DÌ MARIA ; ultimi significa che non ce ne saranno altri.
  • La terza volta mi disse che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci dà con tremore l’ultima ancora di salvezza che è la SS. Ma Vergine in persona, segni di lacrime, messaggi di diversi veggenti sparsi da tutte le parti del mondo.

   Disse la Madonna che se non ascoltiamo e non ci emendiamo ancora, non saremo più perdonati. Padre (mi diceva Lucia) E’ URGENTE CHE CI RENDIAMO CONTO DELLA TERRIBILE REALTA’. Non vogliamo riempire le anime di paura, è solo un urgente richiamo alla realtà. Da quando la SS. Ma Vergine ha dato grande efficacia al santo Rosario, non c’è problema materiale, né spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere con il santo Rosario e con i nostri sacrifici. Recitarlo con amore e devozione sarà consolare Maria e tergere tante lacrime al suo Cuore Immacolato”.

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Per l’intervista sopra citata Padre Fuentes ottenne il permesso dal

Santo Padre allora regnante.

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                       ANGOSCIOSI AVVERTIMENTI

   Il giornale “Neues Europa” (La Nuova Europa) di Stoccarda del 15 ottobre 1963 pubblicò sotto il titolo “L’Avvenire dell’Umanità” a firma di L. Einrich un articolo che ha documentato un “estratto” del Segreto di Fatima del quale si aspettava la divulgazione nel 1960.

   Il documento conosciuto per una indiscrezione diplomatica sarebbe stato inviato a titolo informativo dalle autorità Vaticane a quelle di Washington, di Londra e di Mosca, ritenendolo necessario, anzi indispensabile alla convenzione riguardante la cessazione degli esperimenti nucleari.

   L’autenticità di tale documento non è mai stata smentita dal Vaticano. Il 13 ottobre 1917, dopo una serie di sei apparizioni, la Vergine SS. ma appare per l’ultima volta ai bambini di Fatima, Lucia, Giacinta e Francesco. Dopo l’avvenimento del “Miracolo del Sole”, la Madre di Dio rivelò a Lucia un  messaggio speciale che “fra l’altro” diceva:

   “Non aver timore, cara piccola. Sono la Madre di Dio, che ti parla e ti domanda di rendere pubblico il presente Messaggio per il mondo intero. Ciò facendo incontrerai forti resistenze.

   Ascolta bene e fa attenzione a quello che ti dico: gli uomini devono correggersi. Con umili suppliche devono chiedere perdono dei peccati commessi e che potrebbero commettere. Tu desideri che io ti dia un segno, affinchè ognuno accetti le Mie Parole che dico per mezzo tuo, al genere umano.

   Hai visto il prodigio del Sole, e tutti, credenti , miscredenti, contadini, cittadini, sapienti, giornalisti, laici, sacerdoti, tutti lo hanno veduto. Ed ora proclama a mio nome: “UN GRANDE CASTIGO CADRA’ SULL’INTERO GENERE UMANO, NON OGGI, NE’ DOMANI, MA NELLA SECONDA META’ DEL SECOLO XX”.

    Lo avevo già rivelato ai bambini Melania e Massimino a “La Salette”, ed oggi lo ripeto a te, perché il genere umano ha peccato e calpestato il Dono che avevo fatto. In nessuna parte del mondo vi è ordine, e Satana regna sui più alti posti, determinando l’andamento delle cose.

   Egli effettivamente riuscirà a introdursi fino alla sommità della Chiesa; egli riuscirà a sedurre gli spiriti dei gradi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere in pochi minuti gran parte dell’umanità.

   Avrà  in potere i potenti che governano i popoli, e li aizzerà a fabbricare enormi quantità di quelle armi. E se l’umanità non dovesse opporvisi, sarò obbligata a lasciar libero il braccio di Mio Figlio. Allora vedrai che Iddio castigherà gli uomini con maggiore severità che non abbia fatto con il diluvio.

   Verrà il tempo dei tempi  e la fine di tutte le fini, se l’umanità non si convertirà; e se tutto dovesse restare come ora, o peggio, dovesse maggiormente aggravare, i grandi e i potenti periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue grandi prove. Cardinali si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi.

   Satana marcerà in mezzo alle loro file e a Roma vi saranno grandi cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà, e ciò che cadrà, più non si alzerà.    La Chiesa sarà offuscata, e il mondo sconvolto dal terrore.

   Tempo verrà che nessun Re, Imperatore, Cardinale o Vescovo, aspetterà Colui che tuttavia verrà, ma per punire secondo i disegni del Padre mio.

   Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del secolo XX. Fuoco e fumo cadranno dal Cielo, le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiuma si innalzerà sconvolgendo, e tutto affondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora e coloro che resteranno in vita, invidieranno i morti.

   Da qualunque parte si volgerà lo sguardo, sarà angoscia, miseria, rovine in tutti i paesi. Vedi? Il tempo si avvicina sempre più, e l’abisso si allarga senza speranza.

   I buoni periranno insieme ai cattivi, e i grandi con i piccoli, i Principi della Chiesa con i loro fedeli, e i regnanti con i loro popoli. Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dagli insensati e dai partigiani di Satana il quale allora, e solamente allora, regnerà sul mondo; in ultimo, allorquando quelli che sopravvivranno ad ogni evento, saranno ancora in vita, proclameranno nuovamente Iddio e la sua Gloria, e Lo  serviranno come un tempo, quando il mondo non era così pervertito. Va’, piccola mia, e proclamalo. Io a tal fine, sarò sempre al tuo fianco per aiutarti”.

(Pro manuscripto)

   In base al documento di S.S. Paolo VI pubblicato il 14.10.66 e al decreto della Congregazione per la propagazione della fede A.A.S. n. 58/16 del 29.12.66 non è più proibito pubblicare – senza imprimatur –  scritti riguardanti nuove apparizioni, rivelazioni, profezie, miracoli.

   Né Giovanni XXIII, né Paolo VI hanno ritenuto opportuno svelare la terza parte del Segreto di Fatima al mondo e quanto pubblicato sul giornale di Stoccarda “Neues Europa” (La Nuova Europa) il 15 ottobre 1963 non è stato confermato né direttamente smentito   Quindi non possiamo solo con filiale obbedienza che rimetterci alla paterna prudenza e saggezza del Santo Padre.

   Comunque vi è la certezza che la terza parte del Segreto racchiude una particolare gravità, confermata dalla tragica realtà che il mondo intero oggi sta vivendo. E’ giunta la pienezza dei tempi?. Stiamo vivendo il prologo dell’Apocalisse profetizzata da Giovanni?

   Se i cristiani testimoniano con l’amore la speranza nella Misericordia di Dio devono anche gridare con coraggio la verità della giustizia di Dio.

   Non ci illudiamo di essere salvi, comunque, è giunto il tempo in ci le parole non bastano, occorre agire, e, subito se vogliamo che l’umanità, che ciascuno di noi possa vedere… oltre il fuoco…. la luce.

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(Registrato dalla Radio Vaticana il 13.5.1977, ore 21-ore 23)

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   Quando Papa Giovanni Paolo II, si trovava a Fula, durante il suo viaggio in Germania (15-19 novembre 1980) in un gruppo ristretto di persone gli furono poste delle domande fra le quali una sul Segreto di Fatima. Uno dei presenti ne ha fatto una “documentazione” protocollata.

   Nome e testimonianze giacciono alla Redazione della rivista “Vox Fidei”. Noi citiamo il testo quale è riportato da quella rivista al n. 10 dell’anno 1981:

   “Cos’è il Segreto di Fatima? Esso doveva venire pubblicato già nel 1960”.

Risposta del Santo Padre: “Per il suo contenuto impressionante e per non animare la forza mondiale del comunismo a certe ingerenze, i miei predecessori preferirono una “relazione diplomatica” (del “Segreto”).

   Inoltre dovrebbe bastare ad ogni cristiano di sapere quanto segue: quando si legge (nel Segreto) che oceani inonderanno interi continenti, che gli uomini verranno tolti dalla vita repentinamente, da un minuto all’altro, e ciò a milioni… se si sa questo, non occorre davvero di pretendere la pubblicazione di questo segreto…

   Molti vogliono sapere solo per curiosità e sensazione; ma essi dimenticano che il “sapere” porta con sé anche la responsabilità…; ma essi vogliono solo accontentare la loro curiosità. Questo è pericoloso quando, in pari tempo non si vuole fare nulla, dicendo che “non giova a nulla!”.

Il Papa, a questo punto, afferrò il Rosario dicendo: “Pregate, pregate e non interrogate ulteriormente. Tutto il resto raccomandatelo alla Madonna”.

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(1982)

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CIAO MAMMA…

QUNADO E’ MORTA LA MIA MAMMA

                   (15 novembre 2007)

   “Caro Gigi, ho saputo da Maria Giovanna della partenza per il Cielo (15 novembre 2007) della tua mamma. Vorrei testimoniarti la mia vicinanza, farti arrivare il calore della mia amicizia.  Proprio oggi pensavo che più ci si fa adulti, più è necessario vivere una nuova beatitudine: “Beati quando vi separeranno…”.

   Ci si separa, nelle piccole cose, quando sentiamo la differenza speciale dell’altro, ci si separa quando dobbiamo terminare un momento d’incontro profondo e felice; ci si separa quando dobbiamo accettare una frattura, una lontananza non voluta, ma agita dall’altro.

   Più forte, ma  non ultima e definitiva, la separazione tra chi è ancora in cammino sulla terra e chi  sta già in Cielo.

   Certo, con l’esercizio nelle “piccole separazioni”, e con l’aiuto di Dio per le grandi, possiamo trasformare questa esperienza in  beatitudine”.

   Questa è una delle più belle lettere di partecipazione al dolore del mio cuore per la “partenza al Cielo!” della mia mamma.

   Quando è morta la mia mamma, dopo 93 anni di “una vita lunga e piena di sofferenze”, come era ogni tanto solita ricordare lei, per averglielo profetizzato un prete nel periodo della sua giovinezza, io ero lontano.

   Era da tempo che le ero lontano, pertanto l’evento della sua scomparsa mi ha in  un certo senso preparato alla separazione.

   Le ero lontano fisicamente, ma vicino,  così come mi sono stati vicini tanti amici pur essendo lontani.

   Lontano, vicino… sono, come tante altre, parole precarie, povere e che prendono senso, gusto e sostanza dal contenuto che gli si vuole attribuire di volta in volta.

   Giocando di paradosso, però, ci togliamo una volta per tutte il peso di dover ricorrere a spiegazioni capaci di dar contorni di senso, di gusto e di sostanza a questo contenuto.

   Basterebbe infatti chiedersi: “lontano relativamente a cosa, in che senso”, ed anche “vicino in che senso”, per spiazzare la mente, desiderosa, come sempre, di capire.

   Giocando di paradosso, ci lasciamo beneficamente stordire da espressioni che sembrano fare a botto tra loro, quali ad esempio “Talvolta il miglior modo di stare vicino a una persona  è proprio quello di starle lontano”, e dal versante opposto “Lontano dagli occhi lontano dal cuore”.

  Giocando di paradosso, ci è anche data la possibilità di uscire dallo stato di stordimento susseguente ad una morte e così accade al dolor di diventar finanche soave.

   Quando è morta la mia mamma, quindi, ero lontano da lei, ma mi sentivo vicino… al contrario, paradossalmente parlando, di quando sono nato dove, pur essendo vicino, non mi sentivo certamente vicino.

   Questo è il mistero, forse gaudioso, doloroso, luminoso e glorioso nell’insieme, del soffrire e del gioire umani.

   Essere vicini o sentirsi vicini… essere lontani o sentirsi lontani. Ed anche… essere vicino e sentirsi lontano, essere lontano e sentirsi vicino, essere libero o sentirsi libero.

   Essere o sentirsi, quindi. E’ forse questo, allora, uno dei misteri del soffrire e gioire umani? Essere incompresi o sentirsi incompresi… essere amati o sentirsi amati… o non sentirsi amati.

   Fin dentro a  questi interstizi dell’anima si è potuto infilare il seme del male. Fin dentro questi anfratti dello spirito il cacciator di frodo  dell’anima ha potuto sparare i semi del dubbio e del tentennamento, capaci di ferire a morte la gioia di sentirsi nel cuore di Dio appunto perché veramente dentro.

   Quella gioia di vivere che la mia mamma ha sovente esperimentata turbata da un soffrire strisciante e persistente, fatto di delusione delle sue aspettative sul mio destino di figlio lontano, o forse anche turbata, tale gioia, da chissà quali reconditi e ossessivi pensieri. Forse… forse, chissà.

   Ma quanto lacerante può diventare questo esercizio del ragionare sul forse, sul chissà  così simile al buttar amo ed esca nell’oceano dell’infinito, senza mai pescare alcunché.

   Quanto invece è pacificante e riposante sbarazzarsi di amo ed esca e tuffarsi nell’oceano infinito del cuore di Dio!

   La mia amica Suor Maria Simona, benedettina claustrale sull’isola di San Giulio, mi fa pervenire questo brano di Don Giuseppe De Luca sul vero riposo dell’anima stanca e addolorata:

 “Avere una persona morta ed amarla, dà al nostro vivere segreto uno spazio, una luce, una certezza! I nostri morti sono più vivi di noi  nella nostra vita. Se noi li amiamo, ci rendono sacra la terra che li ha ricevuti e ricoperti, e li custodisce per la risurrezione. Ci rendono più vivo e tiepido il sangue nostro, che continua il loro sangue. Ci rendono l’anima meno solitaria e chiusa: amici delle ore più segrete e, fuori ,ormai, dello spazio, del tempo, di tutte le nostre limitazioni. Con loro si può sempre parlare. Sono la parte di noi già nell’eterno”

   Gesù, a chi lo seguiva da vicino, una volta disse: “Venire in disparte e riposatevi  un po’”. E lo dice anche oggi a tutti, vicini e lontani, di cui conosce stanchezza e angoscia, lamento e dubbio, scoramento e rabbia, dolore e pianto.

   Buon riposo, mamma, adesso che sei vicina a Gesù e alla sua Mamma… ed anche a me… e salutami papà.

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Questo pezzo è stato pubblicato dalla rivista LA SACRA FAMIGLIA, n. 1 2008

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ECCO UNA SINTESI DEL LIBRO DI ANTONIO RASPANTI

Antonio Raspanti

GENITORI  E ADOLESCENTI

(Verso l’autonomia e la libertà)

(Edizioni Creativamente 2023)

   Di questi tempi sembra che l’adolescenza,  più che una “realtà” da vivere in sana e realistica complicità tra genitori e figli,  sia diventata un “problema” da risolvere.

   Problema o realtà, sta di fatto che da tempo questa età della vita è stata osservata, studiata e analizzata con scrupolosa serietà da tanti addetti ai lavori.

   Tra questi Antonio Raspanti, psicoterapeuta prematuramente scomparso nel 1992 e lasciando nello sconforto la moglie Lia e i due figli piccoli Daniele e Marco e quanti gli volevano bene.

   Questo suo libro (pubblicato postumo proprio allora) viene riproposto alla attenzione e alla lettura di quanti hanno a cuore la vita di tutti quegli adolescenti che a diverso titolo la vita medesima ha affidato loro da accompagnare in questa fase delicatissima dell’esistenza.

   Il protagonista di questa serata è quindi un libro e trovo bello che, mio tramite, sia lui a presentarsi da sé. E’ un libro che nasce da una intuizione che ha del geniale. Tratta infatti del problema – realtà dell’adolescenza con l’approccio della metafora leggendo  la fase della’adolescenza in cammino  verso l’età adulta in parallelo con l’Esodo del popolo ebraico dall’Egitto in cammino verso la Terra promessa.

   Che la moglie di Antonio, Lia, abbia affidato a me questo incarico ha una ragione precisa e particolare. L’ultimo capitolo è stato infatti redatto dal sottoscritto proprio a causa della scomparsa prematura di Antonio. Come viene detto in questa premessa.

   “Lui, Antonio, autore di questo libro, è già arrivato nella Terra promessa. Ha già attraversato il deserto nel quale sono ancora peregrinanti la moglie Lia e i figli Daniele, di 6 anni e Marco, di 3. Non mi è dato di conoscere che cosa mai là egli stia costruendo, né per chi, né come, né se altri esodi si affacceranno agli orizzonti dell’eternità. Mi è dato invece di constatare che egli si affacci di tanto in tanto ala finestra del tempo per lasciare segnali.

   Sì, perché Antonio, dal giorno della sua improvvisa scomparsa, avvenuta a soli 38 anni mentre era sulle strade del servizio per la causa del Regno di Dio, non ha mai cessato di farsi sentire presente. Di farsi sentire tramite il linguaggio cifrato delle coincidenze, linguaggio conosciuto e decifrato solamente da pochi intimi.

   Una di queste combinazioni  è la realtà di questo libro. Concepito per un altro utero (doveva essere il capitolo seppur più breve del libro Adolescenza, uscito nel 1992) è stato dirottato in qualche modo”provvidenziale” a una nascita solitaria. Senza più lui, l’autore, a fare da ostetrico.

   In gergo letterario si direbbe quindi un libro postumo. In gergo spirituale invece sarebbe più appropriato definirli un libro al di là del tempo. E’ stata infatti questa usuale sintonia tra abitanti dell’al di qua e viventi dell’al di là ad averne reso possibile la pubblicazione.

   E a me è toccato in sorte di porvi mano e di redigere l’ultimo capitolo utilizzando le discrete e trepidanti confidenze di Antonio. Con quali emozioni , lo lascio intendere.

   Sono sicuro che, vissuto l’esodo lieto di questa esistenza, me lo troverò davanti con il suo solito sorriso, per farmi come sempre, i complimenti.

   Complimenti che vorremmo sentirci fare direttamente da Dio in persona, allorquando saremo arrivati sulle ali dell’amicizia e condotti dal vento dolce dell’amore, nella Terra Promessa”. (Gigi Avanti).

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ISRAELE IN EGITTO UN DISAGIO RECIPROCO

ovvero

Quando a casa tira una brutta aria

“Gli egiziani cominciarono a sentire come un incubo la presenza dei figli di Israele”. (Es. 1,12)

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LASCIARE L’EGITTO

ovvero

Disinnamorarsi dei genitori, distaccarsi, differenziarsi

“Esci tu e tutto il popolo che ti segue… Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi”. (Es. 18,8)

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IL CAMMINO NEL DESERTO

ovvero

Affrontare le difficoltà dell’adolescenza

“Mosè fece levare l’accampamento ed essi avanzarono verso il deserto di Sur”. (Es. 15,22)

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VERSO LA TERRA PROMESSA

ovvero

Il processo di ricerca e di individuazione della propria identità

“Vi farò entrare nel paese che ho giurato a mano alzata di dare ad Abramo”. (Es. 6,8)

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DIVENTARE INDIVIDUO

ovvero

Nascere definitivamente

“Il bambino nasce quando non è più unito alla madre” (E. Fromm)

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L’UTOPIA DÌ UN ESODO LIETO

ovvero

Le difficoltà del ruolo genitoriale con i figli adolescenti

“Mosè invocò l’aiuto del Signore dicendo:”Che farò io  per questo popolo. Ancora un poco e mi lapideranno” (Es.17,4)

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IL FARAONE, MOSE’, JAHVE’

ovvero

Tre modi di essere genitori

“Lascia partire il mio figlio” (Es. 4,23)

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ALLEANZA E DECALOGO

ovvero

Quali regole per lì adolescente

“Il Signore chiamò Mosè dal deserto e , dicendo: “Se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta le terra” (Es.19,3-5)

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STRADE DA PERCORRERE

ovvero

Una mappa per raggiungere la gioia

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LA COSTRUZIONE DEL TEMPIO DELLA PROPRIA IDENTITA’

ovvero

La maturità come modo d’essere più che traguardo da raggiungere

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QUESTO E’ UN LIBRO GENIALE!

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LIBRO GENIALE

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A PROPOSITO DI SCELTE

              “L’AMORE E’ COME LA MORTE, NON SI PUO’ PROVARE”

        (ovvero della differenza tra “convivere” e “convivere per sempre”)

   Se si volesse paragonare ad un “provino” la scelta di “convivere” per un certo  periodo di tempo prima di scegliere di “convivere per sempre” se ne potrebbero ricavare alcune considerazioni.

   Non è detto infatti che se un provino dovesse andar bene per il presente,  questo possa rassicurare anche sulla riuscita positiva per il futuro, così come se un provino dovesse andare male si venga bocciati  per il resto della vita.

   Il punto sul quale fare luce, con discrezione e garbo, è più in profondità ed attiene all’area dell’inconscio, area così ben investigata da quegli studiosi dell’animo umano che sono gli psicologi.

   A detta di questi professionisti che da tempo si adoperano per offrire sollievo e cura del soffrire umano, a determinare molte scelte di vita sono, non di rado ed in grande percentuale, talune dinamiche inconsce.

   Le dinamiche inconsce sono costituite da quel retrobottega del pensiero fatto di supposizioni, di precomprensioni, di aspettative  talvolta di pregiudizi che non sempre si ha l’umiltà di passare al vaglio della razionalità o della obiettività.

   Come sembra accadere proprio nella dinamica del voler scegliere la “convivenza temporanea” per testare la capacità reciproca di optare poi per una scelta di “convivenza definitiva”.

   Va detto, a questo punto, che il presente discorso non entra nell’ambito della coscienza dei due, coscienza nel cui sacrario è fatto divieto assoluto a chiunque di entrare,

   Qui si vuole entrare, in punta di piedi, nel merito del discorso  facendo luce sulla dinamica inconscia (paradossale, direi) che porta ad operare una scelta di matrimonio senza voler entrare effettivamente nel matrimonio, ad operare cioè una scelta temporanea “come se” fosse una scelta definitiva. E una scelta definitiva comporta di dovere fare i conti col “per sempre”.

   Vero è che se si vive bene il presente si vivrà bene anche il futuro, ma ad una condizione, quella di vivere il “segmento” consapevoli che esso è parte di una “retta” che va all’infinito.

   E’ il “per sempre” (scelta che abbraccia anche il futuro) a garantire paradossalmente il buon funzionamento del presente e non viceversa. Se si sceglie il per sempre si va sul  sicuro anche sul presente.

   Non sembra rassicurante, psicologicamente parlando, voler vivere una esperienza parziale caricandola di una valenza totale di significato.

   Senza dimenticare il dato reale della fragilità originata e ereditata dalla creatura umana a causa della scelta sciagurata operata dalla prima coppia della storia, scelta che è  la radice di tutti quei frutti marci che rendono il vivere umano pieno di complicazioni, di contraddizioni, di peccato.

   Qualche aforisma per dar forza a tali riflessioni:

“Quando uno inizia una relazione si trova di fronte a un dono parziale. Quando si giunge alla relazione sessuale il dono del corpo è totale, ma se il dono non prevede un impegno personale duraturo è come se accadesse un furto: uno dona il suo corpo per riprenderselo. La relazione sessuale comporta scelte impegnative”. (J. Bastaire)

“Se l’amore non ha obbligatoriamente bisogno della sessualità per esprimersi, la sessualità umana ha invece sempre bisogno dell’amore per esprimersi in tutta la sua pienezza”. (J. Bastaire)

“Non è molto intelligente voler provare cos’è la morte con un lungo sonno; né è cosa più saggia pretendere di sperimentare l’unione coniugale senza prima entrare nel matrimonio”. (Bovet)

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(Gigi Avanti)

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INNAMORAMENTO IMPEDITO

                                          I MATRIMONI COMBINATI

                 (ovvero cosa succede se si impedisce l’innamoramento)

   Non credo di essere molto lontano dalla verità affermando, con discrezione e garbo,  di aver scoperto, non certo da solo,  la ragione per la quale l’usanza culturale dei matrimoni combinati o forzati presente in alcune aree del mondo sia così drammatica e devastante per le relazioni umane.

   L’usanza culturale dei matrimoni combinati impedisce la fase dell’innamoramento indispensabile poi per passare a alla fase dell’amore.

   Come potrebbero  infatti i giovani ragazzi  di quei luoghi innamorarsi di ragazze così coperte, così bardate, ragazze delle quali non è possibile vedere quasi nulla che inneschi una attrazione, che stimoli il desiderio, che faccia scoccare quella scintilla capace di avviare il falò dell’amore, in una parola che permetta all’innamorarsi di farsi amore, amore adulto, maturo, libero e intelligente?

   Come potrebbero infatti le giovanissime ragazze di quei luoghi innamorarsi di ragazzi talvolta neppur giovani o comunque non desiderati?

   Quando Adamo, al suo risveglio dall’adolescenza, vide Eva (viene raffigurata nuda perché la verità mal sopporta coperture, mascheramenti o sfarzosità d’abito) fu invaso da stupore, liberando dalla sua anima fresca di creato la prima orazione laica di grazie della storia  umana.

   Ed è bello immaginare Eva ricambiarlo con la soavità di un sorriso complice dal quale avrebbe preso il via la più bella storia d’amore della storia, storia d’amore che come ogni altra storia è fatta di sorriso e lacrima, di dolore e gioia in un intrico misterioso di eventi quale è la vita.

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(Gigi Avanti)

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IL VERO EDUCATORE

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COME MAI DIO HA CREATO IL MONDO PUR SAPENDO CHE AVREBBE AVUTO PROBLEMI?

COME MAI DIO HA CREATO IL MONDO PUR SAPENDO CHE AVREBBE AVUTO PROBLEMI?

   Dopo aver letto il libro di Caterina Ciriello e Angela Maria Lupo  LA MISTICA DELLA SOFFERENZA ho iniziato a condividere qualche stralcio di esso ai miei amici.

   Da uno di questi, Massimo De Carli (autore tra l’altro di L’ALBA DEL PASSEROTTO e LA LEPRE CORAGGIOSA (entrambi dell’editrice TAU), ho avuto in risposta una domanda che sintetizzo così: “Come mai e perchè Dio, pur sapendo che la creazione del mondo  avrebbe comportato l’avvento del male e della morte, decise ugualmente di creare?”.

   La presente riflessione rappresenta un tentativo di  risposta a questa domanda che va dritta dritta al cuore del  mistero, al mistero della sofferenza di Dio e dell’uomo.

   Indagare il cuore del mistero con l’uso dell’intelligenza razionale non porta molto lontano. L’uso dell’intelligenza spirituale, invece,  può portare un passo più avanti. Grazie a questa, ho immaginato di rivolgere la medesima domanda a Dio stesso.

Questa la sua risposta:

  Vedi, caro figlio mio, tutto ha avuto inizio  quando io, l’ETERNO, ho voluto farmi TEMPO, quando io, l’ESSERE, per niente geloso della mia divinità assoluta, ho deciso di dipanarmi, di spalmarmi in DIVENIRE (la PAROLA che si fa CARNE, lo spirito che si fa materia).

   Fondamentalmente si tratta propriamente di un problema di LIBERTÀ. Io ero libero di operare una scelta oppure un’altra, ma una volta deciso liberamente di creare il tempo fu giocoforza che questo marchio di libertà avrebbe costituito il suo marchio di fabbrica.

   Certo, avrei potuto optare per infinite forme e soluzioni diverse (infatti  sono Infinito) per condividere la mia gioia di Essere, ma ho preferito la più consona a chi immaginavo potesse accoglierla, riconoscerla e magari anche condividerla lui stesso con gli altri e quella forma più consona era quella di creare un Divenire dove fosse contenuto l’Essere, un Essere capace, sotto la mia vigile cura, di dipanarsi in Divenire.

   La dinamica di Eterno e Tempo (nunc fluens) è in qualche maniera assimilabile a quanto avviene nella dinamica umana di Intuizione e Realizzazione.

   Quando voi creature e figli miei avete una intuizione, avete anche necessità di tempo per portare a termine la sua realizzazione. Fu così anche per me; mi necessitava il Tempo (Carne) per realizzare il sogno, l’Intuizione (Verbo).

   Ero ben consapevole che sarebbe finita momentaneamente male, ma me ne assunsi tutta la responsabilità accettando di essere io, in primis, a rimetterci.

   Fu giocoforza anche per Me, l’Eterno, dovermi adattare al Tempo e mi fu facilissimo, a differenza vostra che vivete lo scorrere del tempo più con patimento che con pazienza, più perdendolo che godendolo, più con ansia per il domani che con serenità per l’oggi (il presente è il pane quotidiano della relazione fraterna che ho approvvigionato per voi dall’eternità, come dirà Mio Figlio quando se ne uscì con quel “Mio cibo è fare la volontà del Padre”), più con nostalgia per il passato che con sorriso per il presente (Un vostro autore ha scritto: “Il presente è l’unico punto di contatto tra l’eternità e il tempo”).

   Il prezzo che ero consapevole di pagare era altissimo, ma era in gioco la vostra libertà. Ecco perché da allora esistono inizio e fine, alfa e omega, nascita e morte, orazione e imprecazione, lamento e danza, lacrima e sorriso, intuizione (In principio era il Verbo)  e realizzazione (Il Verbo si fece Carne), dolore e amore, morte e vita (risurrezione).

   E’  così che la realtà della libertà incrocia la realtà dell’amore. L’amore la vince sull’odio, sul male, sulla morte, così  come la libertà la vince sulla sudditanza, sulla schiavitù, sulla sottomissione.

   Io vi ho voluto liberi di scegliere di amare. E’ questa, a ben riflettere, la dinamica della sofferenza vostra e mia

   Ed e proprio nella buia e tragica notte del Getsemani che viene vissuta tale dinamica misteriosa di reciproca sofferenza del Dio umano e del Dio Divino, del Padre Eterno e del Figlio dell’Uomo, del Figlio del Tempo, direi.

   E tale dinamica viene vissuta in quella preghiera decisiva che Mio Figlio rivolge a me Suo Padre; e in quella preghiera c’è ciascuno di voi.

   Tale  preghiera di Gesù sarà poi il paradigma di ogni preghiera a me gradita. Quella preghiera si divide in due parti, inseparabili tra loro; nella prima parte mio Figlio (ogni figlio) chiede a me suo Padre di cambiare idea, versa sudore rosso dalla fronte (sono le lacrime dell’anima) ed ottiene come risposta un mio silenzio assordante e misterioso.

   Nella seconda parte è Lui (mio Figlio) a cambiare idea e ad allinearsi alla Mia Volontà di Padre. E si consegna al mistero fiducioso che non sarebbe finita li.

   La risurrezione operata da me Padre nel silenzio della notte e senza nessun applauso (La Domenica della Palme il Dio Umano aveva ricevuto molti applausi) è il gran finale.

  Un finale dove  il mio dire (Parola) e il mio fare (Carne) troverà sintesi perfetta nell’ essere (Pane). Quell’essere del silenzio eucaristico più eloquente di ogni dire e più efficiente di ogni fare”.  

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 (Gigi Avanti 15 marzo 2024)

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